Titolo originale | Tragam-me a Cabeça de Carmen M. |
Titolo internazionale | Bring the Head of Carmen M. |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Brasile, Portogallo |
Durata | 61 minuti |
Regia di | Felipe Bragança, Catarina Wallenstein |
Attori | Catarina Wallenstein, Higor Campagnaro, Helena Ignez, Marcos Sacramento Lux Nègre, Luiz Alfredo Montenegro, Priscila Lima, Spencer Patwal. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,25 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 giugno 2019
Un'attrice si prepara a girare un film a Rio de Janeiro.
CONSIGLIATO SÌ
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Ana è un'attrice portoghese che si trova a Buenos Aires per girare un misterioso film in cui ha il ruolo di Carmen Miranda. Le prove si tengono nei bassifondi della città e la giovane donna cerca con fatica di aderire al personaggio.
Per leggere in profondità questo mediometraggio possono essere utili alcuni elementi a cui fare riferimento. Innanzitutto il curriculum professionale di Catarina Wallenstein (che codirige il film con Felipe Bragança e ne è l'interprete principale).
L'attrice, nata a Lisbona, ha alle spalle film con Manoel De Oliveira, Raul Ruiz e Joäo Botelho e l'esperienza maturata con questi maestri nonché una vasta filmografia le offrono la giusta misura per affrontare un film non facile per chi non conosca dall'interno la cultura e la storia brasiliana. Partendo da lontano. Quanti delle generazioni più recenti sanno quale sia stato il ruolo di Carmen Miranda (attrice e cantante brasiliana di origine portoghese)? Carmen, il cui nome è punto di riferimento del film a partire dal titolo, fu una star del cinema hollywoodiano degli anni '40 in cui divenne un'ambasciatrice e divulgatrice del samba.
La sua espressione artistica è stata successivamente considerata come antesignana del Tropicalismo, un movimento che, sotto la dittatura militare degli anni Sessanta, rigettava il dominio della musica tradizionale sostenendo, come forma di protesta, una sintesi di diverse correnti sonore avendo come obiettivo l'elaborazione di una musica universale al punto da venir definito 'cannibalismo culturale'.
Purtroppo quei tempi sembrano essere tornati in Brasile, quasi che l'orologio della Storia vedesse roteare le lancette al contrario. Ecco allora che Wallenstein riesce a trasmettere, in un film che non teme la sperimentazione, la difficoltà di trovare letteralmente una voce che sia in grado di enunciare una nuova forma di protesta di fronte a un potere che glorifica proprio quei militari che schiacciarono il Paese sotto quella dittatura che mandò in esilio 'volontario' Caetano Veloso e Gilberto Gil e produsse la strage di piazza delle Tre Culture che Oriana Fallaci definì "un massacro peggiore di qualsiasi guerra". Il complesso percorso di Ana si avvicina a quello di ogni uomo o donna che non voglia supinamente arrendersi a un brutale ritorno al passato e sia alla ricerca di forme (le più diverse) di resistenza.
Ana, un'attrice portoghese, è venuta a Rio de Janeiro per interpretare in un film la parte di Carmen Miranda, l'eccentrica attrice e cantante che rappresenta il simbolo della cultura del samba e del carnevale. Mentre si esercita nella parte, il paese vive uno stato di tensione per l'arresto dell'ex-presidente Lula che apre la strada alla vittoria di Bolsonaro.
La sezione competitiva "Pesaro Nuovo Cinema" della 55a Mostra Internazionale esordisce nel segno, anzi, sotto la bandiera sudamericana, dai colori verde-oro. Bring me the head of Carmen M. è infatti racconto quanto mai sabbioso, sudato, sofferto e sentito del Brasile, delle sue forti ossessioni e fortissime contraddizioni. Ma anche delle sue speranze, dei sogni e delle aspettative, talvolta destinate [...] Vai alla recensione »