Titolo originale | Ga woo man si ging |
Anno | 2019 |
Genere | Commedia |
Produzione | Hong Kong |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Herman Yau |
Attori | Aaron Boggs, Lawrence Cheng, Tat-Ming Cheung, Jocelyn Choi, Louis Koo Suet Lam, Kar-Ying Law, Hoi-Pang Lo, Chun-Yu Ng Francis, Siu Hin Ng, Anita Yuen, Anthony Chau-Sang Wong, Fung Woo, J. Arie, Joyce Cheng, Ho-Cheong Chui, Ricky Wong Chun-Tong, Sze-Man Hui, Vincent Kok, Elena Kong, Lingling Kong, Tze-Chung Lam, Sam Lee, Chung-Hang Leung, Tai-Lo Ma, Cheung-Ching Mak, Ling-Ling Mak, Yuen Yee Ng, Tak-Juen On, Ho-Yat Tse, Hiu-Wing Yeung, Yuk-Mui Yeung, King-Tan Yuen. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 12 settembre 2019
Una famiglia non accetta il nuovo cartellone pubblicitario davanti alla casa.
CONSIGLIATO SÌ
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Lo Wai-man è un agente immobiliare specializzato nell'affittare appartamenti abusivi ricavati da edifici industriali. Far coesistere le spese e i ricavi, una famiglia di per sé ingestibile e un vicinato ostile non è semplice, ma resta sempre uno scorcio da cui intravedere il mare. Finché non arriva Wong Siu-choi, un inquilino che decide di coprire la visuale con un cartellone luminoso e che pare seriamente intenzionato a ostacolare i piani di Wai-man.
Secondo film del 2019 per l'infaticabile Herman Yau e rara incursione nella commedia. Il soggetto appartiene a un sottogenere storicamente frequentato a Hong Kong per l'annoso problema dei prezzi degli immobili: la commedia di ringhiera, che ha il suo capostipite indiscusso in House of 72 Tenants, spesso destinata a sfociare in black comedy di ringhiera.
È il caso di A Home with a View, dove fin dalla prima scena la tentazione di passare dalle parole ai fatti è tangibile. Nella sua carriera Yau si è spesso dimostrato un maestro nello sciogliere la denuncia sociale in una soluzione di genere, mescolando racconti di miseria e ingiustizia con deviazioni paradossali e cinematografiche, eccessi che spingono a una riflessione sul gap sociale incolmabile e sulle sue conseguenze. Una situazione di disagio acuita dall'attuale ruolo della metropoli, divenuta capofila economico del colosso cinese. Prima ancora che scorrano i titoli di testa, Yau ha calato lo spettatore nel contesto caotico e ciarliero della famiglia Lo: figli irresponsabili spendaccioni o bamboccioni e vicini spesso insopportabili, altrettanto frustrati dalla quotidianità consumata in pochi e rumorosi metri quadri. Il ritmo è indiavolato, con una sequenza di gag verbali e corporali, sullo stile della comicità dei fratelli Hui, che riescono sempre a strappare un sorriso, seppur agrodolce.
Senza indulgere nelle possibili metafore, scatenate dal cartellone pubblicitario esposto come "forma d'arte" dal vicino Siu-choi, Yau si lascia andare alla direzione di un cast ricco di volti noti del cinema di Hong Kong. Una carrellata che va da Francis Ng e Anita Yuen a Louis Koo, passando per i cameo di Anthony Wong e Sam Lee, che è un omaggio a un mondo, cinematografico e tout court, prossimo all'estinzione, ma che non si può fare a meno di celebrare e ricordare con affetto. Per chi ha vissuto, in presa diretta o di riflusso, la new wave di Hong Kong con Yau e A Home with a View l'effetto nostalgia è assicurato.