Titolo originale | Confessions of a Dangerous Mind |
Anno | 2002 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA, Gran Bretagna, Germania |
Durata | 113 minuti |
Regia di | George Clooney |
Attori | George Clooney, Drew Barrymore, Sam Rockwell, Julia Roberts, Rutger Hauer Maggie Gyllenhaal, Brad Pitt, Michael Cera, Dick Clark, Michelle Sweeney (II), Chelsea Ceci, Jennifer Hall, Ilona Elkin, Sean Tucker, Jaye P. Morgan, David Julian Hirsh. |
MYmonetro | 2,94 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 22 febbraio 2025
Chuck Barris nasconde una doppia vita: di giorno è un popolare produttore della televisione americana e la notte lavora come sicario per conto della CIA. Il film è stato premiato al Festival di Berlino, In Italia al Box Office Confessioni di una mente pericolosa ha incassato 2,7 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Chuck Barris è uno dei piu' noti creatori di programmi e conduttori che la televisione americana ricordi. Negli anni Sessanta era al vertice degli ascolti. In una sua recente biografia ha dichiarato di esser stato anche una spia della Cia e di avere ucciso 33 persone. E' da questa doppia personalita' che George Clooney prende il soggetto per il suo primo film da regista. Barris si carica di omicidi di qui ovviamente non c'è prova e questo spinge Clooney a mantenere un doppio registro: quanto e' "reale" e quanto sta invece nella mente mitomane dell'uomo di spettacolo?
Mescolando i generi e le memorie (l'immagine che gli americani avevano del resto del mondo negli anni Sessanta) cinematografiche e non Clooney diverte ma al contempo fa riflettere sul formarsi di una personalita' dissociata in un periodo storico in cui il nemico e' lontano e misterioso come fu il tempo della guerra fredda. Da non perdere la scena dello strangolamento in auto con gli sci ai piedi. E' nato un nuovo regista consapevole dei propri mezzi. Ha forse bisogno di frenare un po' l'eccesso di idee ma e' gia' sulla buona strada.
Uno dei dubbi che attanaglia (si fa per dire) lo spettatore al termine della visione di questo film riguarda il talento dimostrato da Clooney nel dirigere i suoi colleghi attori: tutta farina del suo sacco o c'è la mano esperta del solito Soderbergh a muovere i fili? Maldicenze a parte Confessions of a Dangerous Mind è un film riuscito e gradevole: da un lato perché la molteplicità delle chiavi di lettura proposte dagli autori permette allo spettatore di assistere a più di un film nel film, dall'altro perché la squadra composta dal bel George e capitanata dal bravissimo Rockwell, premiato a Berlino per questa performance, è puro piacere per gli occhi. Più vicino a un quiz show che a un film di spionaggio, la pellicola è evidentemente bifronte. La storia dell'amorale Chuck Barris, autore di trasmissioni televisive di culto come Il gioco delle coppie e La corrida è incredibilmente attuale ed il registro malinconico e oscuro utilizzato per descrivere le vicissitudini del protagonista è molto efficace. Soprattutto nell'ultima parte, in cui l'ascesa dell'autore-conduttore subisce una brusca interruzione ed il protagonista viene accusato di essere responsabile del degrado culturale delle platee americane (Maurizio Costanzo è avvisato), il film è asciutto, mai ridondante e perfettamente fruibile da un pubblico abituato oggi alle peggiori nefandezze spacciate per televisione-verità. La parte thriller invece mostra oggettivamente la corda, ma risulta necessaria per il fluire della storia, oggettivamente ostica da trattare: lo sceneggiatore Kaufman, nominato all'Oscar per Adaptation, prende infatti per oro colato quella che in realtà è una colossale balla: la storia della Cia e il fatto che Barris fosse un agente governativo era infatti stata una trovata dello stesso Barris, caduto in disgrazia agli inizi degli anni ottanta, per ottenere di nuovo un po'di celebrità. Molto più interessante ai fini della lettura della storia è il "profilo" a cui il protagonista si trova ad appartenere e che gli permette di essere reclutato. Bisogna essere alcolisti e senza morale per servire gli Stati Uniti?
Clooney per il suo esordio va sul sicuro reclutando l'intera squadra di Ocean s'eleven e, ritagliatosi il ruolo dell'ambiguo agente della Cia Jim Byrd, permette alla Roberts di mostrare finalmente la sua anima dark, a Pitt e a Damon di mostrarsi in un silente ma storico cameo nelle vesti di concorrenti dell gioco delle coppie. Su tutti svetta l'incredibile Sam Rockwell, prossimo interprete di un'altra pellicola made-in Clooney ( Welcome to Collinwood) che presta il suo volto camaleontico ad un personaggio sfaccettato ed ambiguo. È la vera rivelazione del film e merita la gloria ed i premi ricevuti per questa interpretazione. Nostalgico e dark, Confessions of a Dangerous Mind è il manifesto dell'America contemporanea: spietata e senza ricordi.
Interessanti spunti proposti da un debuttante George Clooney (per la prima volta in veste di regista), in grado di palesare un potenziale talento che non sempre traspare in qualità di attore, come in questo stesso film dove la sua resa mediocre è ancor più evidenziata da uno strabiliante e pluriversatile Sam Rockwell.
Interessanti spunti proposti da un debuttante George Clooney ( per la prima vola in veste di regista), in grado di palesare un potenziale talento che non sempre emerge in qualità di attore, come nello stesso film dove la sua resa mediocre è ancor più accentuata da uno strabiliante e pluriversatile Sam Rocwell. La storia vede quest’ultimo nei panni di Chuck Berris, conduttore [...] Vai alla recensione »
Film intelligente, thriller, e, nel contempo, specchio di un'epoca (gli anni '60 e '70) che aveva visto cambiare la società americana e con essa, di riflesso, tutto il mondo occidentale... con una visione della vita ed una libertà di costumi che ai nostri occhi, oggi, appare strana e lontana, caratteristica peculiare di un bizzarro, curioso e sicuramente emblematico periodo [...] Vai alla recensione »
"Confessions of a dangerous mind"(2003, Georg Clooney)è la prima regia di Clooney, tratta(il che dimostra comunque il suo volersi ancorare sempre alla realtà storica)dall'autobiografia di Chuck Barris, famoso autore e produttore televisivo, che nella sua autobiografia(1984)racconta di essere stato, "schizofrenicamente"anche un killer della CIA, venendo(ovviamente) [...] Vai alla recensione »
"Genio"multiforme(autore di trasmissioni TV, di canzoni, molto spesso"killer"della CIA), Chuck Barris era un personaggio, noto anche per la sua auto-confessione pubblicata. Ma, oltre l'autobiografia e l'autobiografismo, Clooney allora esordiente alla regia ci regala un film interessante: non poco"lisergico", ossia frammentario, "spezzettato", come(pare)in [...] Vai alla recensione »
Un argomento non facile per un regista agli esordi: ve lo immagginate un film italiano sulla vita di ... Enrico Papi ?
Clooney se la cava dignitosamente nel dirigere un film tanto ambizioso quanto complicato sia per la trama che per il contesto storico(guerra fredda),che poteva benissimo risultare un hamburger americano ultrafarcito.Questo non accade per l'esperienza di clooney che riesce a trascinare quasi fluidamente la trama.Applauso a Drew Barrymore che riesce a sostenere l'intero film che ruota tutto intorno a [...] Vai alla recensione »
Storia realistica di Chuck Barris, presentatore di tv spazzatura e agente al soldo della Cia. George Clooney, lontano dallo stereotipo di bello e cretino, dirige un film brillante e satirico, popolato da personaggi accattivanti e da divertenti camei di attori stranoti. Da vedere.
Il film non lascia dubbi sulla falsità dell'autobiografia di Chuck Barris. Le scene in versione killer sono veramente ridicole; e questo rende tutto il film ridicolo. La regia di Clooney è fastidiosa, a tratti insopportabile, con tutti quei primissimi piani e quei continui movimenti di macchina; senza contare le scene con il culo di Sam Rockwell in bella mostra.
Simpatico e interessante progetto con un Rockwell bravissimo nei panni di Chuck Barris notissimo ideatore di programmi (spazzatura) di grande successo negli States degli anni sessanta, che diversi anni dopo confesserà una serie di omicidi per conto della CIA, ma di cui non ci sono troppe tracce. Il film ha un certo fascino, si vede la mano di un uomo di cinema vero come Clooney, ma sinceramente [...] Vai alla recensione »
Davvero Chuck Barris ha ucciso per la Cia? Questo Chuck sostiene nell’autoiografia, e questo riporta la sceieggiatura di Confessioni di una mente pericolosa ( Confessions of a Dangerous Mind, Usa, Canada e Germania, 2002, 113’). Peraltro, che il pioniere della tivù spazzatura abbia sparato per conto del governo o che non abbia sparato, alle cronache risulta che un qualche disastro l’ha pur messo insieme. [...] Vai alla recensione »
Ne uccide di più la Cia o la tv spazzatura? Bella domanda. La Cia non disdegna di manipolare le informazioni scomode ed eliminare gli avversari grazie ai suoi killer professionisti. La tv spazzatura offre il suo prezioso contributo all’imbarbarimento di una comunità a colpi di volgarità, grandi fratelli e immagini insulse sparse a piene mani. Che cosa accade se i due piani si incrociano? Confessioni [...] Vai alla recensione »
Ne stecchisce di più la tv di un serial killer. E allora, botte da orbi alla grande corruttrice! A giudicare da film come Confessioni di una mente pericolosa, di George Clooney, anche negli Usa la tv suscita sani sentimenti di rivolta. Giochi delle coppie, grandi fratelli, insulti in diretta, volgarità sparse a piene mani: un mondo spazzatura, dominato dalla febbre dell’apparire, proprio come qui da [...] Vai alla recensione »
Star calda del momento, produttore già rodato, George Clooney esordisce nella regia con un film non privo di originalità e che tuttavia bagna, singolarmente, in una specie di "moda" stagionale. Mentre la storia, incredibilmente vera, ricorda un po' quella di Frank Abagnale, il protagonista della recente commedia di SpielbergProva a prendermi, diverse citazioni - e più in generale il contesto - evocanoAutofo [...] Vai alla recensione »
Così George Clooney descrive la premessa del suo esordio alla regia, ovvero l'adattamento della "autobiografia non autorizzata" di uno dei più popolari produttori di televisione americana anni Settanta, Chuck Barris: «Se la storia è vera è piuttosto stupefacente. E se non è vera è piuttosto stupefacente che uno si inventi una cosa del genere». Nel libro, pubblicato nel 1982, Barris, che fu prima idolatrato [...] Vai alla recensione »
“Pisello alla fragola” Barris (nella vita Chuck) esiste davvero. Ha 73 anni e vive a New York di rendita del suo glorioso passato televisivo, e forse non solo. Nella sua “autobiografia non autorizzata” racconta: «Sono responsabile di aver inquinato l’etere con dell’intrattenimento puerile e intorpidente. Inoltre, ho ucciso trentatré esseri umani». Infatti, Barris non è stato solo l’inventore e spesso [...] Vai alla recensione »