Titolo originale | Richard III |
Anno | 1995 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Richard Loncraine |
Attori | Robert Downey Jr., Annette Bening, Kristin Scott Thomas, Maggie Smith, John Wood (II) Ian McKellen, Jim Broadbent, Nigel Hawthorne, Dominic West, Jim Carter, Bill Paterson. |
Uscita | giovedì 18 aprile 1996 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,21 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 31 gennaio 2012
Un'operazione fantastorica tratta dalla messinscena teatrale di Richard Eyre. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Berlino, 1 candidatura a Golden Globes, Al Box Office Usa Riccardo III [2] ha incassato 91,9 mila dollari .
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Riccardo, alla morte di suo fratello Edoardo IV re (York) d'Inghilterra, non si accontenta della reggenza e usurpa il trono, uccidendo tutti, fratello, nipoti, moglie e nemici. Poi viene sconfitto e ucciso nella battaglia di Bosworth (1485) da Enrico Tudor, erede dei Lancaster. Dall'adattamento teatrale di Richard Eyre. Shakespeare aveva fatto di Riccardo il più grande e corrotto assassino della storia (nobile) dell'uomo. Il regista Loncraine ha spostato la vicenda agli anni Trenta, con tanti simboli, a cominciare da Riccardo che assomiglia stranamente a Hitler. In sostanza le lotte per il potere sono sempre le stesse, nei vari secoli. L'"artificio" è quello di far parlare i personaggi aderendo rigorosamente al testo classico, con un contrasto singolare che comunque ha funzionato se il film ha vinto l'Orso d'argento a Berlino e se ha ottenuto ben quattro "nomination" all'Oscar. La sensazione è comunque quella di un eccesso di artificio: ci sono persino le canzoni di Al Jolson ad accompagnare l'azione. Una bella sorpresa dalla Bening. Fuori discussione la bravura di Ian McKellen, ritenuto il massimo attore shakespeariano contemporaneo.
Inghilterra, anni '30. Mentre il paese è devastato dalla guerra civile, il perfido Riccardo, duca di Gloucester, progetta di conquistare il trono, e per raggiungere il suo intento non si ferma davanti a nulla. Tramando alle spalle della corte, Riccardo fa assassinare i suoi due fratelli, il duca di Clarence e Re Enrico IV, e pur di ottenere la corona d'Inghilterra arriverà al punto di ordinare la morte dei propri nipotini.
Riccardo III, una delle più cupe e sanguinarie tragedie di William Shakespeare, è stata portata sul grande schermo nel 1995 in un'originale versione diretta da Richard Loncraine ed interpretata da Ian McKellen, che hanno trasferito al cinema il fortunato adattamento teatrale di Richard Eyre, con lo stesso McKellen nel ruolo di Riccardo. Premiato con l'Orso d'Argento per la miglior regia al Festival di Berlino, il Riccardo III di Loncraine sposta l'azione della tragedia shakespeariana dal XV secolo agli anni '30 del Novecento, nell'epoca in cui l'Europa era dominata dai totalitarismi, trasformando lo spietato usurpatore della dinastia degli York in un feroce dittatore filofascista che si muove su uno scenario di fantapolitica.
Il copione, firmato da McKellen e Loncraine, aderisce con fedeltà al testo originale (ridotto però a meno di due ore), rileggendo la vicenda narrata da Shakespeare alla luce degli orrori della storia contemporanea, "in una postmoderna contaminazione di kitsch mitteleuropeo, stile liberty e degradato wagnerismo di riti nazisti" (Morando Morandini). Il film ripercorre così tutte le atrocità messe in atto da Riccardo nella sua scalata al potere, conducendo lo spettatore lungo la scia di sangue che porterà il protagonista fino al trono d'Inghilterra. Nella sequenza di omicidi orditi da Riccardo non ci viene risparmiata alcuna efferatezza (dal fratello sgozzato nella vasca al bambino soffocato con un panno rosso), in un abbondare di dettagli macabri che fanno da contrappunto alla languida eleganza delle scenografie di Tony Burrough e dei costumi di Shuna Harwood.
La pellicola, che aggiorna con intelligenza la tragedia di Shakespeare, non manca di scene memorabili: dal colpo di stato iniziale, con un carro armato che sventra una parete e i soldati di Gloucester che si scatenano in una violenta carneficina, alla battaglia di Bosworth, qui combattuta fra le bombe (con la celebre frase "Il mio regno per un cavallo!" pronunciata da Riccardo a bordo di una jeep). Magistrale la performance di Ian McKellen, grande interprete shakespeariano (ben doppiato da Giancarlo Giannini), che ci presenta Riccardo III come un demone gobbo e deforme, contraddistinto dal suo tono beffardo; al suo fianco, una squadra di attori di prima categoria che include Annette Bening, Robert Downey Jr, Jim Broadbent, Nigel Hawthorne, Kristin Scott Thomas e Maggie Smith. Emblematico il finale, che si chiude con il ghigno ironico di Riccardo nel momento della sua morte, sulle note della canzone l'm sitting on the top of the world.
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gran film sul riccardo III di Shakespeare ambientato in un'epoca nazista. Ma potrebbe benissimo parlare di Berlusconi o Busch o qualunque altro delinquante al potere... potente
Un carro armato penetra sventrando la parete nella stanza del Quartier Generale, uomini armati incappucciati irrompono correndo, urlando, e ammazzano tutti: alla loro testa sta Riccardo duca di Gloucester, fratello del re d'Inghilterra, zoppo, magro, storto, con le spalle ineguali e un braccio inerte, con piccoli baffi alla Hitler e il sorriso della malvagità.
Guerra civile in Inghilterra: le truppe degli York mettono a ferro e fuoco il regno minacciando da vicino la famiglia regnante. Ed è proprio il più feroce dei ribelli Riccardo, a uccidere con le sue mani i capi del clan rivale. Ora gli York possono governare, ma per il sanguinario e deforme Riccardo non è ancora abbastanza. Freme dal desiderio di scalzare il fratello Edoardo, salito nel frattempo sul [...] Vai alla recensione »
È un oggetto strano, Riccardo lll, incatalogabile. C'è chi, per tenerlo a distanza, prender tempo e non dare un giudizio, fa confronti eruditi con vecchie rappresentazioni teatrali. O magari svicola, sottolineando la gran prova d'attore di Ian McKellen e ironizzando, ma non troppo, sulla messa in scena. Proprio questo non si merita il film di Richard Loncraine: che si svicoli, che si perda tempo con [...] Vai alla recensione »