Titolo originale | Copying Beethoven |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA, Germania |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Agnieszka Holland |
Attori | Ed Harris, Diane Kruger, Matthew Goode, Ralph Riach, Joe Anderson, Bill Stewart . |
Uscita | venerdì 15 giugno 2007 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,32 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 7 febbraio 2012
Firmato dalla polacca Agnieszka Holland, che già si era dedicata a tracciare biografie di artisti eccellenti, parla degli ultimi anni della vita di Beethoven, fino alla sua solitaria e prematura morte avvenuta nel 1827. In Italia al Box Office Io e Beethoven ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 172 mila euro e 76 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Nel 1824 Ludwig van Beethoven è già quasi del tutto afflitto da sordità. Sta finendo di comporre quella che è rimasta probabilmente la sua opera magna: la Nona Sinfonia. A fargli da copista per scrivere sul pentagramma la partitura viene mandata una giovane allieva di composizione del conservatorio di Vienna, Anna Holtz. Il genio e la sregolatezza di un Beethoven ormai reso ancora più bruto e scontroso dal peggiore dei mali per un compositore porta i due a un rapporto difficile e tormentato, ma la dedizione, e la consapevolezza musicale, con cui la ragazza si dedica al grande maestro farà sì che il loro legame diventi un'affinità elettiva ricca di empatia e di crescita non solo artistica ma anche esistenziale.
Io e Beethoven, firmato dalla polacca Agnieszka Holland, che già si era dedicata a tracciare biografie di artisti eccellenti come quelle di Rimbaud e Verlaine in Poeti dall'inferno, parla degli ultimi anni della vita di Beethoven, fino alla sua solitaria e prematura morte avvenuta nel 1827. Un film artificioso e spesso artefatto in cui, per trasportare su grande schermo la maestosità della musica beethoveniana, si è scelto un registro stilistico altrettanto pomposo e sovrabbondante, a discapito di una semplicità e di una naturalezza che forse avrebbero potuto regalare alla pellicola una maggior spontaneità. Con una fotografia pastosa e eccessivamente satura, con colori che sempre virano verso un bianco azzurro quasi surreale e impressionista, la pellicola non riesce ad emozionare e a coinvolgere, salvo quando la musica di per sé, nella sua magnificenza d'essenza, riesce a fare da sola tutto il lavoro. Uno sguardo palesemente compiaciuto ma mai partecipato, un linguaggio calligrafico e bizantino rendono il film sì un omaggio alla genialità di Beethoven, ma in maniera spesso sterile e quasi superficiale. Ed Harris, irriconoscibile senza occhiali e con capelli lunghi, interpreta il grande compositore stando quasi sempre sopra le righe mentre Diane Kruger, che sceglie invece di recitare in levare, sembra più adeguata nel ruolo della discepola adulante.
E’ sempre interessante osservare da vicino la vita dei grandi personaggi artistici, a patto però di non prendere come oro colato ciò che viene proposto. Beethoven in tarda età non aveva alcuna donna e non vedo perché bisogna immaginare cosa sarebbe successo se l’avesse avuta. Inoltre si eccede nella rozzezza, specie in certe scene quali il modellino del ponte, le nudità e l’esecuzione della musica [...] Vai alla recensione »
Un film piacevole anche se storicamente poco credibile. Se lo intendiamo come un film dalla trama surreale, è sicuramente una pellicola di pregio. Ed Harris riesce bene a caratterizzare e riprodurre il carattere e gli atteggiamenti di un personaggio della musica, consapevole della sua grandezza. La giovane Anna Holtz è in grado di dar testa alla rude e a volte minacciosa irruenza di Beethoven. [...] Vai alla recensione »
Una bella ragazza di ottima famiglia, bionda, pudica, ordinata, promessa a un giovane e insipido ingegnere, arriva in casa di una specie di vecchio orso sordo che vive nel disordine e nella solitudine, suonando e componendo appeso al suo cornetto acustico. Trattandosi dell'irascibile Ludwig van Beethoven, come dichiara onestamente il titolo, lo scontro è scontato.
Le biografie dei geni son sempre gatte da pelare. Tantopiù se il genio è Beethoven: il tardo Ludwig van, sordo, lunatico e perennemente di cattivo umore. Siamo nel 1824 e il compositore ha completato la Nona; ma, alla vigilia della "prima", la partitura non è ancora pronta. Così, il suo editore trova una copista di buona volontà, Anna Holtz, diligente, bella (la Elena di "Troy") nonché incondizionata [...] Vai alla recensione »
Tentare di rappresentare il fascino astratto della musica è operazione complessa. Spiegarla poi è praticamente impossibile. Eppure è questa la strada scelta da Agnieszka Holland per Io e Beethoven. E per farlo si affida a un personaggio di pura fantasia. Ecco infatti Anna Holtz, inviata a casa del genio ispido e scontroso per trascrivere in tutta fretta la partitura della Nona sinfonia.
Anna Holtz è una giovane promessa del Conservatorio di Vienna. È bella, è sveglia, è ambiziosa. L'opportunità di svelare al mondo le sue capacità - quelle di una donna compositrice, categoria impensabile nel rigido mondo musicale dell'Ottocento - le viene data dalla collaborazione con Ludwig van Beethoven, il più grande compositore del mondo, che afflitto da galoppante sordità ha l'impellente necessità [...] Vai alla recensione »
Vienna, 1824. Schlemmer, editore di Ludwig van Beethoven, sta addosso al maestro perché componga in tempo la partitura per la sua nuova opera (la Nona sinfonia). Assume Anna Holtz, studentessa al conservatorio, che si sacrifica per adeguarsi ai modi rudi e anticonvenzionali di Beethoven, dall'udito ormai quasi compromesso, per lavorare come copista al suo fianco e portare a termine l'opera.
In un vecchio sketch del Saturday Night Live , John Belushi imitava Ludwig Van Beethoven sfruttandone la oramai conclamata e celeberrima sordità. La governante e la serva entravano in campo e portavano vassoi di cibo ad un catatonico Beethoven/Belushi in crisi creativa davanti al pianoforte. Per parlare al maestro le due signore gli si ponevano davanti al viso in modo che potesse legger loro le labbra. [...] Vai alla recensione »
La sordità di Beethoven è intermittente. In una scena si manifesta e nell'altra no. Ora il maestro ascolta le conversazioni aiutandosi con il cornetto acustico, oppure sgrida la bella copista perché quando parla gli volta la schiena, sottraendo il labiale. Cinque minuti dopo l'allieva bionda sussurra in un angolo della stanza, e il compositore sordo seduto all'angolo opposto capisce ogni parola. Vai alla recensione »
Forse un film a due personaggi in cui, come in lo e Beethoven di Agnieska Holland, uno dei protagonisti è sordo, è un bel problema: la regista non lo ha risolto, è ricorsa a espedienti poco felici e poco convincenti. Non è il solo inconveniente del film accurato e scolastico, apparentemente destinato alle televisioni. Alla vigilia della «prima» della Nona Sinfonia, lo spartito non è ancora pronto e [...] Vai alla recensione »
È impossibile non ribellarsi alla visione di Io e Beethoven, della regista Agnieszka Holland. L'insultante vicenda che racconta un episodio della vita del genio musicale durante e dopo la gestazione della Nona sinfonia è un condensato di tutti i luoghi comuni riguardanti i grandi del passato, artisti, condottieri, profeti e navigatori. Nessuna traccia dello «Sturm und Drang»(Tempesta e impeto), una [...] Vai alla recensione »