The Wrestler |
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Un film di Darren Aronofsky.
Con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Mark Margolis, Todd Barry.
continua»
Drammatico,
durata 109 min.
- USA, Francia 2008.
- Lucky Red
uscita venerdì 6 marzo 2009.
MYMONETRO
The Wrestler
valutazione media:
3,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se l' America ha bisogno di eroi
di Roberto Nepoti La Repubblica
La cosa più sottolineata, quando The wrestler ha vinto il Leone d' oro a Venezia e poi quando Mickey Rourke è stato candidato all' Oscar (andato a Sean Penn) come miglior protagonista, riguardava la coincidenza tra attore e personaggio. Nel vestire la pelle di Randy "The Ram" Robinson, campione di lotta in declino, Rourke sembra rimettere in scena la sua storia personale: dagli anni Ottanta, allorché era un osannato primo attor giovane, passando per un malessere che lo fece convertire in boxeur e deformò il suo viso seducente in una faccia piena di pugni, fino alla lotta per non sparire dallo schermo e conservare quel tanto di autostima. Spesso le identificazioni fra attore e ruolo sono pericolose: Vittorio Gassman, ad esempio, sceglieva personaggi molto diversi da com' era lui nella realtà, per poterli "interpretare" anziché "imitare se stesso". Premesso questo, occorre ammettere che la prestazione di Mickey è convincente, intensa, dolorosa perfino. Si sa che, tanto più l' eroe è bastonato, decaduto, indebolito, tanto più è eroe; e "The Ram" non rinuncerà alla rentreé, pur sapendo di rischiare la vita. Darren Aronofsky racconta la storia del suo grande perdente con una regia pulita, senza sottolineature retoriche: in alcuni punti-chiave è abbastanza ispirato da "tagliare" le scene anziché stressarle come avrebbero fatto molti suoi colleghi. Quel che delude un po' , è che la scelta di eroicizzare - seppur amaramente - il protagonista vada a scapito di un altro tema: lo sfruttamento e la manipolazione dei corpi a fini di spettacolo. In fondo, Rourke e la spogliarellista (Marisa Tomei) hanno avuto un destino molto simile: quello di esibire un corpo - e di guadagnarsi con esso i mezzi di sostentamento - inevitabilmente destinato all' invecchiamento e alla decadenza. Lui recita sul ring come uno stanco fenomeno da baraccone; lei mostra le proprie nudità non più freschissime al becero pubblico maschile di un club miserabile, che protesta perché la trova troppo vecchia. Entrambi sono strumenti e vittime di una in(cultura) che valuta gli individui solo in termini di corpo-merce, ignorandone tutto il resto. E per il film poteva essere un tema di grande suggestione. Ma forse è pretendere troppo da un cinema come quello americano che, a quanto sembra, ha ancora bisogno d' eroi.
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