Martin Eden |
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Un film di Pietro Marcello.
Con Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 129 min.
- Italia 2019.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 4 settembre 2019.
MYMONETRO
Martin Eden
valutazione media:
3,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'ambizione di un film popolare e politico
di Emiliano Morreale La Repubblica
Il film più originale, libero e inventivo del festival, di una bellezza còlta e selvaggia come il suo protagonista. Pietro Marcello, autore di bellissimi documentari lirici (La bocca del lupo, Bella e perduta) esordisce nel lungometraggio di finzione e punta altissimo, con un film di un'ambizione che il cinema italiano non osava da tempo. La storia è quella del romanzo di Jack London (1909), spostata nello spazio e nel tempo. Martin è un giovane proletario che s'innamora di una ragazza borghese per amor suo incontra voracemente la cultura, e sogna di diventare scrittore. Siamo in una Napoli fatta di tracce e presenze di tutto il Novecento: gli anni Ottanta, le camicie nere, i socialisti, gli anarchici. Eden è un eroe negativo, un individualista coraggioso ma autodistruttivo. La sua tragedia è quella di ogni artista che viene divorato dall'industria culturale, di ogni uomo che tradisce la sua classe e i suoi ideali, e ne muore. Marcello mette a frutto la sua esperienza, soprattutto nell'uso dei materiali di repertorio, che si innestano sulla storia portando le memorie di un secolo: Martin Eden è un melodramma anche in senso letterale, un film musicale che mescola alto e basso: Glinka e Debussy, Daniele Pace degli Squallor e Aznavour. Come il suo protagonista: bufalaro, avventuriero o poeta, mai bottegaio. Ed è straordinario Luca Marinelli, alle prese con un personaggio quasi impossibile, bigger than life, che recita comizi, poesie, scene d'amore come ce le sogniamo. Marcello cerca un cinema popolare e raffinato, rifiuta le vie di mezzo per puntare alla sceneggiata o al cinema di poesia (del resto la storia di Eden, dice il regista, è anche quella di Zappatore o di un film con Nino D' Angelo). E ovviamente le scene "borghesi" sono le meno interessanti, perché sono descritte con lo stesso fastidio che avrebbe Martin Eden a raccontarli. Questo poema visivo è però anche un film profondamente politico che rifiuta l'attualità per andare alle radici culturali del nostro mondo. Non c'è una morale didascalica, ma le passioni che muovono i personaggi sono quelle ancora al fondo della nostra cultura, figlia più che mai del darwinismo sociale, ma senza nemmeno le tensioni che nutrivano le passioni dei Martin Eden, e delle masse nel cui nome loro scrivevano.
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