Chi non conosce lo strampalato protagonista di Quattro matrimoni e un funerale, in ritardo alle cerimonie come nella vita? Impacciato trentenne alle prese con l'amore, Hugh Grant ha incarnato perfettamente i disequilibri dell'uomo medio, tanto caro al regista Mike Newell.
Rappresentante di un cinema realista fin dagli esordi, Newell si è distinto per uno stile attento alle dinamiche dei sentimenti; ottimo osservatore del mondo femminile, si è accostato con umiltà a storie tragicomiche e con maestria registica ha saputo raccontare i drammi più gravi della vita, senza dimenticare la forza del sorriso.
Dopo la laurea in letteratura inglese, conseguita all'università di Cambridge, ha lavorato per molti anni a Granada Television, occupandosi anche di regia teatrale prima di passare alla BBC. Alla fine degli anni Settanta gira diversi sceneggiati televisivi e numerosi film per la tv (interessante la versione de L'uomo dalla maschera di ferro che si distingue per l'originalità dell'approccio registico), ma il suo primo lungometraggio per il grande schermo è datato 1980: con il film Alla trentanovesima eclisse, un horror tratto da un romanzo di Bram Stoker, entra ufficialmente nel mondo del cinema.
Nel 1985 diviene uno dei nomi di punta della cosiddetta British Renaissance, il movimento che contraddistingue la rifioritura del cinema inglese negli anni Ottanta, grazie a Ballando con uno sconosciuto (vincitore di uno Young Cinema Award al Festival di Cannes), storia della passione contrastata tra un aristocratico e una entraîneuse che finirà per uccidere l'uomo e sarà condannata a morte nel 1955 (l'ultima donna impiccata legalmente in Gran Bretagna).
La sua carriera prosegue all'insegna dei film tv, tra i quali spicca Amore e rabbia - The Good Father, pellicola convincente sia per l'intensità drammatica della vicenda (un padre che perde la custodia dell'unico figlio decide di aiutare un conoscente nella sua stessa situazione) sia per l'interpretazione di Anthony Hopkins che, grazie a questo film, raggiunge anche quella fetta del pubblico affezionata al mondo televisivo.
Nel 1991 richiama Miranda Richardson per affiancare Alfred Molina e Joan Plowright nella commedia Un incantevole aprile, film in costume che, con realismo e profondità psicologica, guarda alla condizione subordinata della donna a inizio Novecento. Con tre nominations all'Oscar e due Golden Globes (ricevuti per l'interpretazione delle attrici protagoniste), il film apre le porte al successivo lavoro di Newell; questa volta, per Tir-na-nOg (è vietato portare cavalli in città) (1993) si affida alla scrittura degli sceneggiatori Jim Sheridan e David Keating, con i quali racconta la gioia di due bambini zingari che, al galoppo di un cavallo bianco, fuggono da Dublino inseguiti dal padre e dalla polizia.
Nel 1994 arriva il momento di Quattro matrimoni e un funerale, commedia esilarante che raggiunge le sale cinematografiche di tutto il mondo. Qualche numero: con più di 130 milioni di dollari incassati (assieme a Full Monty è uno dei film britannici di maggior successo di tutti i tempi), il film rende l'attore Hugh Grant un divo internazionale e le poesie d'amore di Wystan Hugh Auden (recitate nel film) diventano un best seller, rimasto primo nella classifica delle vendite per diversi mesi.
Affezionato al carisma di Hugh Grant, il regista costruisce la trama di Un'avventura terribilmente complicata (1995), occasione per l'attore di confrontarsi con un ruolo drammatico che, malgrado l'eccezionalità della performance, non riesce ad eguagliare i risultati del film precedente. Con il mafia movie Donnie Brasco (1997), Newell ritorna ad un cinema attento alla caratterizzazione dei personaggi che scansa la violenza gratuita di tanti film incentrati sulla malavita per indagare su contraddizioni e ambiguità impossibili da svelare del tutto; con la storia di un'amicizia tra un agente dell'FBI (Johnny Depp) e Lefty (Al Pacino), mafioso di seconda classe, il regista mostra la capacità di andare in profondità nell'animo umano, senza strafare con sensazionalismi ma affidandosi ad una sceneggiatura attenta e ben costruita.
Dopo Falso tracciato, passato senza troppo clamore malgrado annoveri nel cast Angelina Jolie, Cate Blanchett e John Cusack, è la volta di Mona Lisa Smile (2003), evoluzione di una professoressa anticonformista in una scuola femminile del Massachussets degli anni Cinquanta. L'insegnante ha il sorriso di Julia Roberts e le studentesse hanno il volto radioso di Kirsten Dunst, Julia Stiles e Maggie Gyllenhaal ma l'ottimo cast tutto al femminile non basta per sollevare le sorti di una storia già sentita (chi dimentica L'attimo fuggente di Peter Weir?) e dai tratti semplicistici che sprofondano nel melenso.
Se finora Newell ha sperimentato generi diversi (dal noir al mafia movie) legati a storie reali e possibili, nel 2005 cambia completamente registro e passa al fantasy con Harry Potter e il calice di fuoco, l'episodio più interessante della saga cinematografica tratta dai romanzi di J. K. Rowling. Dagli effetti speciali di una mega produzione come quella del maghetto, il regista riprende in mano il sentimento di due innamorati e, per realizzare la vicenda epica de L'amore ai tempi del colera (con Javier Bardem e Giovanna Mezzogiorno), si affida al romanzo omonimo di Gabriel Garcia Marquez.
Dopo la parentesi action di Prince of Persia - Le sabbie del tempo (2010), troviamo Newell alle prese con un altro adattamento letterario: quello di Grandi speranze da Dickens.