Regista, soggettista e sceneggiatore partenopeo dalla personalità ispida, ruvida, schiva, non omologata, ma spontanea nel suo modo di concepire un film. Piace moltissimo agli addetti del settore, ma poco al pubblico che snobba i suoi film, i quali sono una summa dello spirito cinematografico di Vittorio De Sica. Vero e proprio raccoglitore del suo patrimonio audio-visivo crudele e asettico, aspro e disturbante.
Lo scenografo
Nato nel 1940 a Napoli, appassionato di arti pittoriche lavora inizialmente come scenografo per sceneggiati e programmi televisivi (Sheridan, Squadra Omicidi), passando a diventare autore e regista teatrale e televisivo.
Il film di debutto
Diventato insegnante di scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, debutta come regista con una pellicola incentrata sui bambini di strada che vivono nel capoluogo campano: Vito e gli altri (1991), vincendo il Nastro d'Argento come miglior regista esordiente e delineando quello che sarà un cinema incentrato prevalentemente sui rapporti fra adulti e bambini.
Pianese Nunzio
Nel 1996, firma Pianese Nunzio 14 anni a maggio con Fabrizio Bentivoglio e Riccardo Zinna, nel quale racconta la storia di Don Lorenzo Borrelli, sacerdote lombardo e parroco in una chiesa del quartiere Sanità a Napoli che conduce un'intransigente lotta contro la camorra, ma che ha anche una relazione con un tredicenne.
Altri film
Vincitore del premio François Truffaut al Giffoni Film Festival, dirige l'episodio Sofialorén del film I vesuviani (1997); Polvere di Napoli (1998); Luna rossa (2001) e La guerra di Mario (2005), vincendo il Premio della Critica di David di Donatello e ottenendo una candidatura come regista. A concludere, arrivano Giallo? (2009) e L'amore buio (2010), Bagnoli Jungle (2015), Achille Tarallo (2018) e Il buco in testa (2020), con i quali conferma la mano sicura con cui dirige un film, l'abilità nel gioco di incastri, e l'ambizione nervosa e personale di un cinema che vuole parlare.
Nel 2022 riceve il David di Donatello speciale.