La figura di George Hilton che impallidisce di fronte alla soluzione del giallo, le bocche di bellissime fanciulle nude che si spalancano, in procinto di urlare con tutto il fiato che hanno in gola. Una ragazza legata e imbavagliata che sa che non avrà scampo. Immagini, volti appartenenti al passato remoto di un cinema che non c'è più, spazzato via da chissà quali venti. Dietro di loro un regista dall'occhio assurdo che, ogni tanto, cade nell'ultracomico: Luigi Cozzi (conosciuto in America con lo pseudonimo di Lewis Coates) che ha popolato il cinema di serie B di assassini violenti, stupratori e incestuosi, di mostri e alieni che contaminano la misera umanità. Quando il vero cattivo gusto diventa buon gusto per gli estimatori.
Appassionato fin da adolescente al cinema, approda a Roma da Milano, dove aveva abitato con la sua famiglia fino alla fine degli anni Sessanta. Merito del servizio di leva e del sogno, sempre più forte, di avvicinarsi alla Capitale, a quella Hollywood sul Tevere (Cinecittà) all'interno del quale circuito desiderava tanto entrare. Quando era ancora un soldato semplice, la passione per la musica rock lo spinge a scrivere articoli e interviste a star inglesi e americane (John Lennon, Jimi Hendrix, Mick Jagger) per il settimanale musicale per giovani "Ciao 2001", fino a quando, terminato il servizio di leva, non viene assunto come nuovo redattore interno. Tiene l'incarico per quasi due anni, avvicinandosi e collaborando anche con testate e case editrici quali Urania", "Galassia", "Nova Sf", "Robot" e tante altre, pubblicando saggi, articoli, racconti, romanzi e traduzioni, nonché curando la scelta di testi e antologie tutte di sapore fantastico. Ma è grazie al mestiere di giornalista che riesce a farsi conoscere nell'ambiente cinematografico, in particolar modo quello considerato allora di serie B e costituito da Riccardo Freda, Antonio Margheriti, Umberto Lenzi, Mario Bava, Mario Caiano e tanti altri, diventando amico di molti di essi. In particolar modo di un giovane regista esordiente, ex critico cinematografico, che allora stava cominciando a muovere i primi passi nella settima arte: Dario Argento.
Debutta come regista nel 1969 con Il tunnel sotto il mondo, pellicola fantascientifica dove si presenta anche in veste di attore. Poi comincia a lavorare come soggettista per Argento, scrivendo due delle pellicole che fanno parte della "trilogia degli animali": Il gatto a nove code (1971) e Quattro mosche di velluto grigio (1971), per i quali curerà anche la direzione come assistente regista. Sempre per Argento scriverà l'atipico Le cinque giornate (1973), poi tornerà alla regia, almeno televisiva con il film tv Il vicino di casa (1973).
Il cinema lo aspetta ne L'assassino è costretto a uccidere ancora (1975), pellicola drammatica all'interno della quale dirige George Hilton e Femi Benussi, seguita dall'erotico La portiera nuda (1976) con Mario Carotenuto, Erika Blanc, Francesca Romana Coluzzi ed Enzo Garinei, mentre il veterano Christopher Plummer e David Hasselhoff lo aspettano in Starcrash (1979). Sceneggiatore di Paradiso Blu (1980) di Joe D'Amato, si farà conoscere dal pubblico americano per il film Hercules (1983) con Lou Ferrigno (l'Hulk televisivo) che racconta le pericolose fatiche dell'eroe della mitologia greca abbondando negli effetti speciali e nei nudi femminili. La pellicola, che avrà anche un seguito, viene candidata addirittura ai Razzie Award per la peggiore sceneggiatura! Passa poi alla sceneggiatura di Shark - Rosso nell'oceano (1984) di Lamberto Bava e alla regia della serie tv Turno di notte (1987).
Verso la fine degli anni Ottanta, continua a dirigere pellicole ai confini dell'horror come Nosferatu a Venezia (1988), Paganini horror (1989) e Il gatto nero (1989), tratto da un racconto di Edgar Allan Poe. Ancora una volta aiuto regista per Dario Argento che questa volta si affianca prima a George A. Romero per Due occhi diabolici (1990) e poi fa tutto da solo, ma sempre con il suo aiuto ne La sindrome di Stendhal (1996). Da allora cura dei documentari sui temi del fantastico, dell'orrore, della fantascienza e del giallo.