Betty Riggs - il nome d'arte di Evelyn Brent lo assunse solo nel 1916 - dopo la morte dei genitori era venuta a vivere con la nonna a Brooklyn e già a quindici anni sapeva quello che voleva diventare: un'attrice. A poca distanza dalla sua abitazione, una volta attraversato l'Hudson, c'erano tanti invitanti stabilimenti cinematografici che pagavano tre dollari al giorno per un semplice passaggio sullo sfondo. Betty cominciò così, nel 1914, a fare la comparsa, apparendo unbilled in moltissimi film; a dicembre di quello stesso 1914 il suo nome apparve nei titoli di testa di un film. Per ultimo, ma era un buon inizio perché negli anni che seguirono, a parte un'assenza per una polmonite che per poco non le costò la vita, Evelyn, ottenuto un contratto con la Metro/ Popular Plays & Players, lavorò ininterrottamente in film d'ogni genere, nel drammatico The Soul Market (1916), nel bucolico The Spell of the Yukon (1916), nel violento To the Death (1917), ambientato in Corsica, e al fianco di John Barrymore nel brillante Raffles, the Amateur Cracksman (1917).
Evelyn aveva capelli nerissimi, occhi corvini dallo sguardo penetrante ed enigmatico, la bocca, pur perfetta, era spesso atteggiata a un sorriso sardonico, il corpo era ben modellato ed attraente: il tutto di una fotogenia incomparabile. Un produttore inglese le propose di interpretare il ruolo di una vivace chorus girl in una commedia musicale a Londra. Evelyn accettò e The Ruined Lady ottenne al Comedy Theatre un enorme successo. Subito piovvero offerte di scritture cinematografiche. Tra il 1920 ed il 1922, Evelyn interpretò da protagonista una quindicina di film a Londra e anche ad Amsterdam, al fianco dei maggiori attori inglesi del momento, da Warwick Ward a Clive Brook, da Milton Rosmer a Charles Aubrey Smith. Per Laughter and Tears (1921), probabilmente il migliore di tutti, la lavorazione si svolse in Italia, quasi tutta a Venezia.
Questi film ebbero un vasto successo non solo in Gran Bretagna, ma anche in tutt'Europa, dove l'attrice venne adottata con simpatia dal pubblico e dalla critica. La Cunard Line le chiese di fare da testimonial su di una nave che inaugurava una nuova traversata Londra-New York: un po' di dollari e il viaggio gratis. Evelyn accettò, anche perché le era venuta un po' di nostalgia della patria, dove credeva di ritornare da vincitrice. E invece l'ingrata patria l'aveva quasi dimenticata. I film girati in Europa non erano mai stati importati e, dopo tre anni di assenza, il nome di Evelyn Brent era un pallido ricordo. Dopo un primo momento di sconforto ed un tentativo di suicidio, fortunatamente andato a vuoto, Evelyn strinse i denti e ricominciò da capo: film non memorabili, spesso in ruoli di antagonista, magari col cuore d'oro, destinata all'estremo sacrificio alla fine del film. E così la volle Sternberg in Underworld (1927): nei panni di Feathers Evelyn fu una perfetta,«pupa del gangster», (il rude George Bancroft), personaggio che ripeté con altrettanta aderenza in The Drag Net (1928), sempre di Sternberg, film oggi ritenuto perduto.
La carriera di Evelyn andò avanti senza interruzioni fino al 1950. L'attrice fu presente in una miriade di film d'ogni genere, spesso in opere trascurabili e di mediocre livello. Ma mantenne inalterato quello sguardo enigmatico e quella sottile attrattiva che erano le sue armi di seduzione. Per lei il tempo sembrava essere passato invano.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.