Amato, odiato, fischiato e acclamato, biasimato, ammirato, contestato, rare volte angelico, il più delle volte satanico: in ogni caso Bruce Greenwood è uno dei caratteristi "villain" più bastardi che ci possano essere a spasso per Hollywood. Le sue interpretazioni scatenano le ire degli spettatori e l'entusiasmo di quei fans che l'hanno visto anche nei panni di un buon dottore, melenso fino allo sfinimento. Senza dubbio, Bruce Greenwood ha tutti i numeri in regola per meritarsi un posto negli Studios.
Figlio di un geofisico e di un'infermiera, questo attore canadese si è diplomato alla High School di Vancouver, studiando (per via dei numerosi trasferimenti del padre) anche nel Maryland e a Zurigo, in Svizzera. Dopo il trasferimento a New York, comincia a frequentare l'American Academy of Dramatic Arts di Manhattan (1980-1981), ultimando gli studi alla University British Columbia. È tutto questo rappresenta il primo dei suoi numeri: 6, la cifra delle città in cui ha vissuto.
Nel contempo, esordisce cinematograficamente nel film di Don Sharp Bear Island (1979), seguito da una piccola parte in Rambo (1982) e da numerosi progetti televisivi, pur continuando a sostenere audizioni per ruoli da protagonista (Psycho II, 1983). A metà degli anni Ottanta trova la felicità nella vita coniugale sposando Susan Devlin, sua attuale moglie, dalla quale avrà un figlio.
Fumatore accanito, diventa notoriamente popolare partecipando come protagonista alla serie tv "St. Elsewhere", recitando il ruolo del dottor Seth Griffin, fra il 1986-88, che inizialmente voleva rifiutare nel timore che il serial avrebbe intralciato i suoi progetti sul grande schermo come: Another Chance (1989, suo primo ruolo da protagonista), Orchidea selvaggia (1990) e Passenger 57 (1992). Ma è proprio la tv, e non il cinema, a trovargli un vero e proprio spazio, inserendolo come uno degli attori più attivi degli Stati Uniti, ma soprattutto mettendolo in luce come perfetto "villain" della macchina da presa. Sarà infatti perfetto ne Due padri di troppo (1997) di Ivan Reitman, ne Il dolce domani (1997) di Atom Egoyan (che lo rivorrà poi sul set di Ararat nel 2002) e nell'horror Generazione perfetta (1998) accanto a James Marsden e Katie Holmes. 30 sono ormai gli anni di carriera che ha alle spalle.
Sovente accanto a Tommy Lee Jones (Colpevole d'innocenza, Regole d'onore), ricoprirà il ruolo del padre di Leelee Sobieski nel popolare film per teen-agers Per una sola estate (2000) e quello di John F. Kennedy ne Tredici giorni (2000). Sarà affiancato a Madonna nel remake del film di Lina Wertmuller, ma diretto da Guy Ritchie Travolti dal destino (2002), passando dal filone catastrofico o fantascientifico (The Core e Io, Robot) al poliziesco (Hollywood Homicide, 2003), per giungere ai film più impegnati come Truman Capote - A sangue freddo (2005) di Bennett Miller. Il tutto per un totale di 89 pellicole.
Il tutto per un totale di 90 pellicole, dove spiccano Indian, La grande sfida (2005) con Anthony Hopkins, Dejà Vu - Corsa contro il tempo (2006) con Denzel Washington, Io non sono qui (2007) con Richard Gere e Il mistero delle pagine perdute (2007) con Nicholas Cage, Harvey Keitel e Jon Voight.
Affianca poi Paul Giamatti e Dustin Hoffman ne La versione di Barney (2010) e ritrova Denzel Washington due anni dopo in Flight di Robert Zemeckis.
Nel 2013 recita diretto da J.J. Abrams nel film della saga Into Darkness - Star Trek.
Cantante e cantautore, Greenwood è la preghiera di ogni regista alla richiesta di un cattivo perfetto.