Attore e sceneggiatore italiano. Comincia la sua carriera da caratterista comico, ma riesce a staccarsi da quella maschera e dimostrare tutto il talento drammatico. Amico fraterno di Pupi Avati, ha preso parte alla maggior parte dei suoi film, costruendo passo dopo passo un sodalizio artistico straordinario.
Gli esordi a teatro
Si forma come interprete teatrale al Teatro Stabile di Bologna, sotto la direzione di Franco Parenti. Al cinema esordisce in Flashback (1968) di Raffaele Andreassi ma è l'incontro con il concittadino Pupi Avati a dare il via ad una fortunata collaborazione artistica; lo vediamo nell'horror Thomas - Gli indemoniati (1970), nel fantasy Balsamus, l'uomo di Satana (1970) e successivamente anche in La mazurka del barone della santa e del fico fiorone (1975), di cui è anche sceneggiatore, oltre che attore protagonista al fianco di Paolo Villaggio e Ugo Tognazzi. Nel 1974 prende parte ai drammatici Il bacio e Il figlio della sepolta viva, seguiti poi da film di tono più leggero come il comico Buttiglione diventa capo del servizio segreto, il francese Il genio, Passi furtivi in una notte boia - Zelmaide, San Pasquale Baylonne protettore delle donne, tutti girati nel 1976.
Sceneggiatore e attore per Avati
Inseparabile collaboratore di Pupi Avati, scrive con il regista la sceneggiatura di Bordella (1976), racconto delle avventure erotiche all'interno di una casa del piacere riservata alle donne, e assieme a Maurizio Costanzo e il fratello di Avati La casa dalle finestre che ridono (1976), horror onirico incentrato sulla caccia all'assassino condotta da un giovane restauratore. L'amicizia artistica prosegue poi con Tutti defunti... tranne i morti (1977), dove Cavina recita al fianco di Carlo Delle Piane e Francesca Marciano, e con Le strelle nel fosso (1978) dove ritrova il collega Lino Capolicchio. Alla consolidata dialettica professionale con Avati, alterna qualche lavoro per la televisione sia in qualità di sceneggiatore (è autore della mini-serie Jazz band, Cinema e più avanti di Hamburger Serenade) che di attore in Il prigioniero (1978) di Aldo Lado e in L'usura (1981).
La grande interpretazione in Atsalut päder
Specializzato in ruoli tragicomici da caratterista, nel 1978 decide di confrontarsi con il genere, per lui nuovo, del biopic storico e diventa così protagonista assoluto di Atsalut päder, dove interpreta l'anticonformista padre Lino da Parma dei Frati Minori, personaggio buono e generoso che combattè contro la povertà trasformandosi in simbolo della più autentica carità evangelica nelle campagne parmensi del primo Novecento. L'anno dopo si ritrova bloccato in autostrada nel film L'ingorgo - Una storia impossibile (1979) di Luigi Comencini, dove recita con grandi attori degli anni d'oro del cinema italiano, Tognazzi, Mastroianni e Sordi. Di qualità anche i lavori successivi: è nel cast de Il turno (1981) di Tonino Cervi, della commedia Per favore occupati di Amelia (1981), del successo di pubblico La locandiera (1981) di Paolo Cavara e della commedia sexy con Lino Banfi ed Edwige Fenech Cornetti alla crema (1981) di Sergio Martino.
Un po' di tv e un tragicomico regalo di Natale
Ritorna a lavorare con Avati in Dancing Paradise (1982) e nella favola di Mozart in Italia Noi tre (1984), dopodichè si apre nuovamente all'esperienza televisiva per recitare in La bella Otero (1984), L'albero dei diamanti (1984) e Casa di bambola (1986). Nel 1986 è uno dei provincialotti giocatori di poker di Regalo di Natale diretto da Pupi Avati, dove si riflette sulle frustrazioni del passato e si spera per un avvenire più fortunato. Il film riscuote un discreto successo e Cavina diventa molto popolare, grazie anche alle numerose incursioni televisive che continuano costantemente ad arricchire la sua filmografia fino all'inizio degli anni Novanta. È nelle mini-serie Appuntamento a Trieste (1987) e Facciaffittasi (1987), compare in un episodio del francese Les Enquêtes Caméléon (1987) ed è uno dei protagonisti del film tv Una lepre con la faccia da bambina (1988).
La via degli angeli
Lo vediamo nella serie L'ispettore Sarti (1991), nella commedia Non chiamarmi Omar (1992) di Sergio Staino e in Festival (1996) di Pupi Avati, per il quale vince il Nastro d'Argento come migliore attore non protagonista. Nel 1997 è in Porzus di Renzo Martinelli, seguito da Omega Doom (1998) e Il più lungo giorno (1998) di Roberto Riviello. Conclude il decennio con uno dei più interessanti lavori di Pupi Avati, La via degli angeli (1999), godurioso insieme di ritratti di provincia che, tra il grottesco e l'elegiaco, delinea la grazia della vita ai margini.
Il cinema d'autore
Il nuovo secolo inaugura un periodo cinematografico meno ricco di offerte ma tutte sostanziose e di qualità. Nel 2001 compare in Sole negli occhi di Andrea Porporati, nel film tv L'inganno (2003), poi viene richiamato dall'amico Avati per la rimpatriata di La rivincita di Natale (2004), dov'è nuovamente Ugo, conduttore televisivo invecchiato di diciotto anni. Offre una grande interpretazione sofferta in Il regista di matrimoni (2006) di Marco Bellocchio, dov'è lo Smamma, simbolo della tragedia di un uomo ridicolo che si finge morto per vincere almeno un David di Michelangelo. Dopo una piccola parte in Baciami piccina (2006) di Roberto Cimpanelli, ritorna in gran forma tra Gli amici del Bar Margherita (2009) di Pupi Avati, ambientato a Bologna negli anni Cinquanta. Nel 2010 e nel 2011 è ancora diretto da Avati nel drammatico Una sconfinata giovinezza e nel romantico Il cuore grande delle ragazze e sempre a Pupi Avati, amico di una vita, sono legate le sue ultime apparizioni al cinema, ne Il signor Diavolo, del 2019 e in Dante (2022).
Cavina muore nel marzo 2022, nella sua Bologna, all'età di 82 anni.