Un nome, una garanzia di recitazione intensa. Esordi da caratterista per un attore che ha saputo distaccarsi dal ruolo di esotico maori per interpretare personaggi fuori dal comune, in piccole produzioni indipendenti come nei blockbuster americani. Una carriera versatile che dichiara amore al mestiere dell'attore.
Dalla Nuova Zelanda agli USA
Le sue origini si disperdono nella cultura polinesiana dell'etnia maori, di cui ha studiato l'arte del combattimento mau rakau. Da adolescente viene affascinato dal mondo teatrale, così decide di iscriversi alla New Zealand Drama School, perfezionando la sua formazione con un viaggio in Svizzera, dove impara la recitazione muta dei mimi alla Scuola teatro Dimitri. Per mantenersi gli studi, lavora per quattro anni come costruttore; nel frattempo trova il primo ingaggio importante grazie alla regista Jane Campion che lo vuole in Lezioni di piano (1993). Si fa notare anche nel successivo Desperate Remedies (1993), girato qualche tempo dopo, seppur in un ruolo da non protagonista, poi ottiene la possibilità di cimentarsi in un'interpretazione più complessa delle precedenti nel drammatico Kahu & Maia (1994), film rimasto entro i confini della Nuova Zelanda. Nello stesso anno prende parte all'avventuroso Rapa Nui con Kevin Costner in un'isola sperduta del Pacifico, tra lotte interne tra tribù locali, e a Once Were Warriors di Lee Tamahori.
Tv, teatro e cinema
La sua carriera si divide tra cinema, televisione e teatro: lo vediamo in film tv (Hercules in the Underworld, The Chosen) come in serie di successo (Mysterious Island e il più famoso City Life), o ancora a danzare e cantare sui palcoscenici teatrali di tutto il mondo (il talento per la danza viene dal padre, ballerino professionista). Nel 1996 recita nella commedia Chicken ma raggiunge una notorietà maggiore con l'horror Deep Rising - Presenze dal profondo (1997) e con Sei giorni sette notti (1998) di Ivan Reitman, con Harrison Ford e Anne Heche naufraghi su un'isola - apparentemente - deserta. Lo troviamo poi l'anno dopo al fianco di Jamie Lee Curtis nello sci-fi di bassa lega Virus, un tassello in più in una carriera che vira alla tipizzazione umana esemplare. Curtis si avvia a diventare uno dei più richiesti caratteristi in America, prestando una fisicità tipicamente esotica (carnagione scura e selvaggia) a personaggi latino-americani o arabi. Come succede in Three Kings (1999), dov'è il generale Amir Abdullah.
Grandi e piccole produzioni
In un ruolo minore, compare nell'intenso Al di là della vita (1999) di Martin Scorsese e in Insider - Dietro la verità (1999) di Michael Mann, approfittando dell'occasione di lavorare con grandi maestri del cinema americano. Si mette alla prova come comico protagonista in Jubilee (2000), film neozelandese che inaugura il nuovo millennio con una brillante performance molto apprezzata in patria. Ritorna in America per girare Blow (2001) di Ted Demme, con la sensuale Penelope Cruz e l'eclettico Johnny Depp, inplicati in un traffico di cocaina colombiana durante gli anni Sessanta, e nel thriller Training Day (2001), al fianco di Denzel Washington. Partecipa anche al dramma dello smemorato Jim Carrey in The Majestic (2001) e prende i panni di un italiano nel pessimo Effetti collaterali (2002). Contribuisce al successo de La ragazza delle balene (2002) di Niki Caro (che poi lavorerà anche negli Stati Uniti), dopo aver superato indenne un incidente automobilistico accaduto durante le riprese del film.
Come scappare dal destino di caratterista
Prosegue il percorso cinematografico, interpretando una piccola parte in Fracture (2004) e una da protagonista nel thriller Spooked (2004) e nell'avventuroso River Queen (2005). Nel frattempo si occupa anche di produzione, fondando, assieme ad Ainsley Gardiner, la società indipendente Whenua Films, volta a sostenere il lavoro di esordienti e autori del cinema nazionale neozelandese. Si fa dirigere da Darren Aronofsky nell'intenso L'albero della vita (2006), oscura e complessa riflessione sui misteri dell'esistenza umana, poi, nel giro di due anni, ottiene una serie di ingaggi importanti, sia per il livello qualitativo della tecnica che dell'autorialità dei registi: affianca Bruce Willis in Die Hard - Vivere o morire (2007), viene coinvolto in un processo ad alta tensione ne Il caso Thomas Crawford (2007) e infine è nel cast di Sunshine (2007) dell'osannato Danny Boyle. Dopo una tripletta così fortunata, si lascia sedurre dal successo facile delle grandi produzioni. Così lo vediamo in 10.000 AC (2008) di Roland Emmerich e in Push (2009), affascinante thriller sullo spionaggio girato ad Hong Kong.
Risate con Eddie Murphy
Nel 2009 lo vediamo al fianco di Harrison Ford in Crossing Over di Wayne Kramer, film sul tema dell'immigrazione in America, poi nella megaproduzione de L'ultimo dominatore dell'aria (2010) di M. Night Shyamalan, probabilmente il primo di una trilogia dedicata ad un popolare anime della Nickelodeon. Nello stesso anno viene chiamato dal regista Brian Robbins a lavorare in A Thousand Words (2010), al fianco del comico Eddie Murphy.