Comico per indole, drammatico per passione. La formazione teatrale alle origini della sua carriera ha dato il via ad una professionalità convincente che ha conquistato un'affettuosa simpatia da parte del pubblico. Dino Abbrescia è una presenza gradita sia al cinema che in televisione.
Dal teatro al cinema degli emarginati
Comincia la sua carriera professionale a teatro, recitando assieme alla compagnia del Teatro dell'Elfo di Milano. Di origine pugliese, trasferitosi da giovane al nord per avvicinarsi al mondo dello spettacolo, esordisce al cinema in film legati al tema dell'emigrazione/emarginazione. Lo vediamo debuttare infatti nel piccolo lungometraggio indipendente Ospiti (1998) di Matteo Garrone, dove viene raccontata la vicenda di due cugini albanesi con due diversi spiriti d'adattamento. La predisposizione alla commedia lo gratifica con La vespa e la regina (1999), Fuori di me (1999) e il pessimo La vita è una sola (1999), prima di ritornare a temi più seri con LaCapaGira (1999) di Alessandro Piva, film al quale rimane molto legato (è tutto girato a Bari, la sua città natale), incentrato sulla delinquenza di periferia, spacci e giochi criminali di borgata.
Sit-com, film tv e l'incontro con Antonio Albanese
Con il 2000, dopo aver collaborato, per la seconda volta, con Matteo Garrone in Estate romana, inizia a lavorare anche per la televisione: recita nel thriller Il testimone (2001) con Raoul Bova e nella drammatica ricostruzione della banda criminale della fine degli anni Ottanta in Uno Bianca (2001), con Kim Rossi Stuart, entrambi diretti da Michele Soavi, prima di passare alla sit-com made in Italy (ma imitazione dell'americano Friends) Via Zanardi 33 (2001), un insuccesso clamoroso che fortunatamente non tocca la carriera in ascesa di Abbrescia, né quella degli altri attori della serie (Elio Germano, Antonia Liskova, Enrico Silvestrin). Amico da tempo di Antonio Albanese, viene chiamato dal regista alla terza prova cinematografica, Il nostro matrimonio è in crisi (2002), dove mette in luce le sue doti di attore comico.
Grandi film di successo al cinema
Ritorna al Sud assieme a Sergio Rubini che lo vuole ne L'anima gemella (2002), e a Nico Cirasola che lo chiama a recitare in Bell'Epoker (2003). Lo troviamo nuovamente sul piccolo schermo nella striscia quotidiana di Camera Cafè (2003) e nel film tv Doppio agguato (2003) di Renato De Maria, ma riprende presto la via del cinema con Io non ho paura (2003) di Gabriele Salvatores. L'anno successivo è al fianco di Vittoria Belvedere nel mediocre La lettera di Luciano Cannito e nell'originale Se devo essere sincera di Davide Ferrario, dove interpreta lo squallido marito di Luciana Littizzetto, entrambi coinvolti in un'indagine sull'omicidio di una professoressa. Alterna nuovamente la tv al cinema, lavorando in numerose produzioni televisive come Il giudice Mastrangelo (2005), A voce alta (2006), La sacra famiglia (2006) e La figlia di Elisa - Ritorno a Rivombrosa (2007).
La grande commedia italiana
Nel frattempo lavora ancora al cinema, ricordando la strage della squadra del Torino del 1949, coinvolta in un drammatico incidente sulla collina di Superga, nel film Ora e per sempre (2005). Recita poi in tre cortometraggi, Un refolo, Ultima spiaggia e Come a Cassano, esercizi di stile che incorniciano il grande successo del periodo, Manuale d'amore (2005) di Giovanni Veronesi, dov'è nuovamente il marito 'inetto' di Luciana Littizzetto, donna delusa alla ricerca dell'amore con un 'vero' maschio. Ormai volto noto e apprezzato della commedia italiana contemporanea, porta la sua comicità nel sentimentale Cardiofitness, alleggerito dalla sua presenza ironica, e in Non pensarci (2007), intelligente racconto di provincia capitanato da Valerio Mastandrea, sostenuto da un cast di attori in stato di grazia.
Qualche insuccesso e il ritorno in televisione
Viene coinvolto nell'inguardabile lungometraggio 2061 - Un anno eccezionale (2007) di Carlo Vanzina, a cui seguono due serie televisive di discreto successo, Chirurgia d'urgenza (2008) e Intelligence - Servizi & Segreti (2009) con Raoul Bova. Rimane in ambito ospedaliero, nei panni di un chirurgo, anche nell'interessante serie La scelta di Laura (2009), poi si lascia coinvolgere con entusiasmo nel passaggio dalla tv al cinema del collega comico Checco Zalone, in Cado dalle nubi (2009) diretto da Gennaro Nunziante. Ritorna alla terra natale, a Bari, per recitare nel primo film di Paolo Sassanelli alla regia, Uerra (2009), dove interpreta un fascista che gioca a carte con l'amico socialista, intermezzando alle partite, vecchi anacronistici dibattiti.
Nel 2012 accanto a Carolina Crescentini e Michele Riondino interpreta Henry e lo stesso anno partecipa alla commedia di Alessandro Genovesi Il peggior Natale della mia vita.
Tra le più recenti commedie interpretate troviamo Puoi baciare lo sposo di Alessandro Genovesi, Se mi vuoi bene e Modalità aereo di Fausto Brizzi e Cambio tutto! di Guido Chiesa.