L'opera ispirata alla vicenda di Andrea Spezzacatena, ragazzo vittima di bullismo. Da giovedì 7 novembre al cinema.
Andrea Spezzacatena è un ragazzino studioso e disciplinato ma a scuola non è facile: da un lato c’è l’amica Sara con cui Andrea trascorre ore serene, dall’altro Christian, “tanto bello quanto stronzo” come lo descrive Sara. Il salto dalle medie al liceo non affranca Andrea dalla presenza tossica di Christian pronto a prendere Andrea come capro espiatorio. Il pretesto, per lui e per i bulli della scuola, è il paio di pantaloni rossi che la madre di Andrea, Teresa, ha stinto per errore e che sono diventati rosa.
Il ragazzo dai pantaloni rosa prende spunto dalla storia vera di Andrea Spezzacatena, morto suicida a 15 anni, e dal libro di Teresa Manes, madre di Andrea. Margherita Ferri è un’abile regista che sa raccontare con pathos ed empatia il mondo giovanile, gestendo molto bene le scene di insieme che raccontano la poliedricità dei comportamenti durante un’età fluida e ipersensibile. Ma la sceneggiatura semina molti accenni che non raccoglie fino in fondo, con una sorta di esitazione prudente, e perde l’occasione di fare maggiormente leva su una parte integrante della ricerca di identità e del desiderio adolescenziale, scegliendo una strada più conservatrice.