Un doc che riflette sul valore del tempo e del fare scultura. Il 18 e il 19 giugno al cinema.
"La verità è che sto ancora imparando". Inizia e si conclude con questa frase di Michelangelo il film dedicato a Jago. Jacopo Cardillo (Frosinone, 1987) ha, infatti, come maestri i più grandi: Canova, Bernini e, appunto, il maestro di tutti nella lavorazione del marmo dal Rinascimento in poi, e dell'interazione coi potenti (dalle famiglie aristocratiche del nord e centro Italia, fino ai papi a Roma), Michelangelo.
La storia e il lavoro di Jago sono raccontate con silenzio, lentezza ed equilibrio dal regista Luigi Pingitore. Termini che lo stesso scultore ripete durante questo racconto dove la sua azione del tagliare ed elaborare il marmo - utilizzando la storica tecnica perfezionata da Antonio Canova - all'interno della Chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi a Napoli, lo studio di Jago, viene alternata a diversi luoghi della sua ricerca e delle sue mostre.
Il gesto ripetuto dello scalpellino crea immaginari difficili da realizzare, facili da comprendere da una comunità che, magari, potrà soffermarsi di più sui valori del tempo e del fare scultura.