BIOGRAFILM 2024 È ONLINE SU MYMOVIES CON 23 FILM IN ANTEPRIMA. ECCO I TITOLI ASSOLUTAMENTE DA VEDERE

Il festival dedicato ai racconti di vita spegne quest'anno venti candeline e torna in streaming su MYmovies ONE dall'8 al 20 giugno con una ricca selezione di film, ben ventitré. VAI AI FILM I SCOPRI MYMOVIES ONE

Luigi Coluccio, mercoledì 5 giugno 2024 - mymoviesone

Quante vite sono passate nei due decenni del Biografilm Festival di Bologna? Già, perché la manifestazione, una delle più importanti dedicata a documentari e non biografici, compie venti anni. Una vita che è tante vite, insomma. E che nel 2024 festeggia con dieci giorni (7-17 giugno) di proiezioni, per 77 film in Selezione Ufficiale e 58 anteprime (di cui 19 mondiali).  

E per questa ventesima edizione il Biografilm torna in contemporanea di nuovo su MYmovies ONE, presentando una ricchissima selezione di 23 titoli, provenienti da tutte le diverse sezioni del festival. 

Di seguito proponiamo una rapida guida sui titoli da non perdere, ricordando che il bouquet di film è lì che vi aspetta per essere selezionato e sfogliato.
 

Si parte dalla più urgente e dolorosa attualità: Mohamed Jabaly viaggia dalla Palestina in Norvegia per un programma di scambio ma rimane bloccato ai piedi dell’Artico perché Israele ha chiuso il confine della sua città natale; non ha la possibilità di tornare, non ha i documenti per richiedere asilo, può solo filmare e realizzare Life is Beautiful – nonostante tutto. 

Life is Beautiful è una lettera d'amore a Gaza, a Tromsø e alla forza dirompente della narrazione, firmata dal cineasta palestinese Mohamed Jabaly, bloccato in Norvegia.

Jan Erik Hansen, ricercatore di punta sull’HIV, invece nel 2001 lascia la Danimarca e va in Sri Lanka per abbracciare l’ascetismo buddista. Anni dopo, i filmmaker Mira Jargil e Christian Sønderby Jepsen lo raggiungono ma non riescono a legare con colui che adesso si fa chiamare Bhanta e ha aperto dei canali social. Alla fine realizzano un film, The Monk, ma qual è il suo centro, un monaco buddista o qualcosa di più oscuro?

Restiamo a quelle fredde latitudini per un racconto che invece scalda gli occhi dell’anima, cioè Being Ola di Ragnhild Nøst Bergem, premiata regista norvegese che ha seguito l’intreccio di esistenze del villaggio di Vidaråsen, dove vivono spalla a spalla persone affette da disabilità intellettive e non, focalizzando il suo sguardo su Ola e quello che ha perso ma può imparare.

Ci spostiamo poi su altri territori e altri indirizzi, caldi, di lotta, con Un paese di resistenza e Una vita all’assalto: il primo titolo, diretto da Shu Aiello e Catherine Catella, è la diretta e necessaria prosecuzione del loro precedente Un paese di Calabria, e ritrova Mimmo Lucano e il “Modello Riace” nel pieno dell’attacco giudiziario alla loro idea di accoglienza che tanto ha riempito il vuoto del paese dei Bronzi; il secondo, a firma Paolo Fazzini e Francesco Principini (gli stessi dietro Art Rider), scioglie le rime degli Assalti Frontali in immagini, raccontando la storia a pugno chiuso del gruppo rap romano e delle sue tante resistenze.
 

Un paese di resistenza racconta l’arresto del sindaco Lucano costringe Riace, modello per l’accoglienza dei migranti, a un doloroso dilemma: resistere o scomparire.

Ma il Biografilm su MYmovies ONE ha tante direzioni quante sono le possibilità di una storia, di molte storie. C’è il conflitto di oggi nel Nagorno-Karabakh che si sa da dove arriva (Jardin noir di Alexis Pazoumian) e la guerra di ieri in Indonesia che si cerca di ricordare da dove arrivasse (Selling a Colonial War di In-Soo Radstake), ci sono il punk annaffiato di molotov del Sudtirolo (Südtirock – Suoni di confine di Armin Ferrari e Jadel Andreetto) e il noise che unisce sullo stesso riverbero Catania e Chicago (Uzeda – Do It Yourself di Maria Arena).

E poi i Maori e la loro religiosità liquida (I Am the River, the River Is Me di Petr Lom), la Taranto fatta di murales e polvere rossa (JDL – Behind the Wall di Deborah Faraone Mennella), lo spazioporto di Grottaglie (Spazzi – Una comunità in suborbita di Dario Miale, Giorgio Di Palma e Giuseppe Calamunci Manitta), l’auto-rappresentazione femminista (Helke Sander: Cleaning House di Claudia Richarz), Toni Negri e i suoi ultimi istanti (Il frastuono e il silenzio di Giampaolo Penco). 
 

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