UN GENTILUOMO A MOSCA, EWAN MCGREGOR OFFRE UN'OTTIMA PERFORMANCE. MA IL RACCONTO È MONOTONO E TROPPO MORALEGGIANTE

Tratta dal best seller internazionale di Amor Towles e ambientata all'indomani della Rivoluzione d'Ottobre. Su Paramount+.

Gabriele Prosperi, venerdì 17 maggio 2024 - Recensioni

Nel 1922, dopo la Rivoluzione Russa, il conte Alexander Rostov viene condannato agli arresti domiciliari a vita nel lussuoso hotel Metropol di Mosca. Costretto a lasciare la sua suite e a trasferirsi in una soffitta, Rostov si adatta alla sua nuova vita facendo amicizia con il personale dell'hotel e stringendo legami con vari ospiti. Tra questi ci sono l'attrice Anna Urbanova e la giovane Nina Kulikova. Pur vivendo in confinamento, Rostov trova un nuovo senso alla propria esistenza e un ideale di comunità, osservando da lontano i cambiamenti storici e politici che scuotono la Russia fuori dalle mura del Metropol.

Basata sull'acclamato romanzo di Amor Towles, la serie Showtime Un gentiluomo a Mosca, proposta in Italia su Paramount+, esplora temi profondi di resilienza, adattabilità e soprattutto il potere dei legami umani.

A complicare le cose è la scelta di una narrazione che, attraversando decenni di storia russa, adotta un ritmo dilatato, tendente alla stagnazione. Nulla da ridire sulla performance di Ewan McGregor, che interpreta il conte Rostov con il suo consueto carisma, incarnando un aristocratico affascinante e appassionato, e trasmettendo una gamma di emozioni che vanno dalla leggerezza alla malinconia.

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