Per il quarto appuntamento del lunedì del cinema, Repubblica con Bim Distribuzione presentano il film politico di Fernando León de Aranoa che torna a parlare del mondo del lavoro a 19 anni da I lunedì del sole. Un ottimo Javier Bardem costruisce l'amara caricatura di un uomo che non si ferma davanti a nulla. Su MYmovies ONE da vedere insieme lunedì 20 maggio dalle 20:00 a mezzanotte. PRENOTA UN POSTO GRATIS »
Lunedì 20 maggio continua l'iniziativa Il lunedì del cinema a cura di Repubblica e MYmovies per il cinema di qualità in streaming. Una sala cinematografica virtuale pronta ad accogliere gli iscritti di MYmovies con una selezione ricercata di titoli da vedere (o rivedere) rigorosamente insieme dalle 20:00 a mezzanotte.
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Per il quarto appuntamento di lunedì 20 maggio, Repubblica con Bim Distribuzione presentano Il capo perfetto (prenota un posto gratis), il film politico di Fernando León de Aranoa che torna a parlare del mondo del lavoro a 19 anni da I lunedì al sole. Qui un ottimo Javier Bardem, al terzo film con il regista, costruisce una volontaria caricatura amara di un uomo che non si ferma davanti a nulla pur di raggiungere i suoi obiettivi, anche quelli al di là della legge.
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“Esfuerzo, equilibrio, fidelidad”. Sono queste le tre parole scritte sul muro della fabbrica di bilance Blanco. Sembra essere gestita come una grande famiglia; il padrone infatti, per i suoi dipendenti, sembra essere qualcosa in più di un datore di lavoro. È quasi una specie di padre, si occupa dei loro problemi e cerca di aiutarli come nel caso di Miralles, in crisi con la moglie, che sta ritardando tutte le consegne. In realtà, dal suo ufficio guarda tutti dall’alto. Controlla il lavoro, sofferma l’attenzione sulle giovani stagiste, scappa quando le situazioni cominciano ad essere complicate come nel caso dell’uomo licenziato che prima cerca di riottenere l’impiego presentandosi con i due figli e poi passa stabilmente le sue giornate appena fuori il cancello della fabbrica, insultando Blanco ogni volta che passa e rifiutando qualunque tipo di accordo.
Il capo perfetto è una tragicommedia sul mondo del lavoro in cui il cineasta spagnolo Fernando León de Aranoa cerca l’umanità del cinema di Ken Loach, i conflitti anche interiori dei film di Laurent Cantet come in Risorse umane e A tempo pieno e mostra il rischio di come i suoi meccanismi rischiano di spersonalizzare l’individuo come nell’opera di Stéphane Brizé, soprattutto in La legge del mercato e In guerra (guarda la video recensione). Se nel caso del cineasta francese è centrale la presenza di Vincent Lindon, nei film del regista spagnolo comincia ad essere determinante quella di Javier Bardem.
Il capo perfetto è infatti il terzo film in cui de Aranoa dirige l’attore dopo I lunedì al sole ed Escobar. Il fascino del male (guarda la video recensione). In Il capo perfetto Bardem può apparire come la sintesi di questi due personaggi. Da una parte è ribelle e, forse, ancora sognatore come in I lunedì al sole, dall’altro è crudele e spietato come in Escobar. Il fascino del male (guarda la video recensione) e non guarda in faccia nessuno.
Blanco è una figura, doppia, ambigua e i primi piani del regista sottolineano anche tutte le debolezze e le contraddizioni di un personaggio che somiglia anche ad alcune maschere nella tradizione della ‘commedia all’italiana’. Blanco è una specie di ‘nuovo mostro’, un po’ come quelli portati sullo schermo da Alberto Sordi e Vittorio Gassman, Alberto Sordi o Ugo Tognazzi. È bugiardo e opportunista e non esita ad essere invadente sia con la moglie di Miralles nel momento in cui si accorge che la donna ha una relazione clandestina con un altro suo dipendente sia nei confronti del lavoratore licenziato che cerca di cacciare in tutti i modi, mettendo di mezzo la stampa o ricorrendo anche alle soluzioni più estreme. “A volte devi truccare la bilancia per trovare l’equilibrio”. Proprio lo stesso equilibrio di una delle tre parole presenti sul muro della fabbrica, che a questo punto rivelano come quel motto suoni falso proprio come il suo personaggio.
Realizzato nel 2021, Il capo perfetto è un film molto attuale, che usa la comicità per mettere in discussione il falso mito dell’industria come una grande famiglia. È un film politico dove però le vicende private dei personaggi e i rapporti tra loro, anzi il loro deterioramento, vengono prima di tutto. Lo stesso de Aranoa lo ha definito come l’immagine di “un mondo operaio del lavoro logoro, senza buoni né cattivi, lontano da ogni manicheismo. Una commedia graffiante, grigio scuro, quasi nera. Uno sguardo corrosivo sii rapporti personali e professionali all’interno di un’azienda familiare che impiega un centinaio di dipendenti”.
Non c’è l’inferno del recente e ottimo Palazzina LAF di Michele Riondino, ma ci va molto vicino. Più che sul dramma, spinge l’acceleratore sulla dimensione grottesca per mostrare la peggior settimana della vita di un ottimo Bardem che riesce a costruire una volontaria caricatura, come nel momento in cui controlla il profilo social dei suoi dipendenti, senza però rubare la scena agli altri. Per questo trova anche dei momenti molto divertenti come nella scena della cena con i genitori della stagista Liliana, interpretata da Almudena Amor, dove ogni sguardo o una parola fuori posto può diventare compromettente. La deformazione dei caratteri serve sicuramente per abbassare i toni. Ma a 19 anni di distanza da I lunedì al sole, la visione del mondo del lavoro di de Aranoa è cambiata. Lì parlava di immigrazione e disoccupazione. Ma c’era la speranza. Ora invece resta solo un amaro disincanto.