IL LUNEDÌ DEL CINEMA, OGNI SETTIMANA UN GRANDE FILM. SU MYMOVIES UNA MAGICA ESPERIENZA CONDIVISA

Ogni lunedì sera dalle 20.00 a mezzanotte un nuovo film in streaming da vedere insieme. Il prossimo appuntamento: TatamiPRENOTA GRATIS UN POSTO »

venerdì 26 aprile 2024 - mymoviesone

Film d’autore, cult intramontabili, gli autori emergenti e grandi titoli premiati nei maggiori festival internazionali. Tutti i lunedì sera dalle 20:00 a mezzanotte, MYmovies e Repubblica propongono un’imperdibile iniziativa all’insegna del cinema di qualità. 

Una sala cinematografica virtuale con una selezione ricercata di film in arrivo direttamente dall’offerta streaming di MYmovies ONE. Grandi storie di vita e racconti d’attualità da fruire tutti insieme, per una magica esperienza condivisa

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I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Lunedì 2 settembre 2024
TATAMI
Regia di Zar Amir Ebrahimi e Guy Nattiv
Thriller - Iran, 2023, durata 105 minuti

Tbilisi, Georgia. Campionati mondiali di Judo. L'iraniana Leile Husseini è in forma straordinaria e batte le avversarie una dopo l'altra. La medaglia d'oro è possibile. Da lontano la seguono il marito e il figlio piccolo, con gli amici di sempre; da vicino, a pochi metri dal tatami, la sostiene Maryam, la sua coach. Ma la possibilità che in finale Leila posso incontrare un'atleta israeliana è sgradita alla Repubblica Islamica. Arriva dunque l'ordine, per lei, di ritirarsi dalla competizione: dovrà fingere un infortunio e abbandonare i mondiali. Oppure trovare il coraggio di prendere una decisione impossibile.

Tatami è un grande film non solo per la valenza politica del suo racconto. Non solo perché racconta una grande storia di coraggio femminile. Neppure perché è un film che, già nella sua vicenda produttiva, fa la Storia: è la prima co-regia fra un israeliano – Guy Nattiv, premio Oscar per il cortometraggio Skin – e una iraniana – Zar Amir Ebrahimi, che del film è anche coprotagonista.

Girato in segreto a Tbilisi, Tatami è un atto di accusa, nitido e diretto, contro il regime iraniano. Ma è soprattutto un gran film, appeso agli occhi di Arienne Mandi, la protagonista, americana di origine cileno/iraniana. Arienne ha una grande fisicità, è credibile quando affronta i combattimenti, ma riesce a mostrarsi un secondo dopo una madre intenerita, e una donna smarrita, terrorizzata dal peso della scelta che è chiamata a fare.

Lunedì 9 settembre 2024
L'IMPREVEDIBILE VIAGGIO DI HAROLD FRY
Regia di Hettie MacDonald
Drammatico - Gran Bretagna, 2023, 108'

Harold Fry è un uomo in là con gli anni che trascorre una vita piatta e senza scosse con la moglie Maureen in una cittadina dell'Inghilterra. Un giorno riceve la notizia che Queenie, di cui un tempo era amico, sta per morire a causa di un tumore. In seguito a una vicenda che si è sentito raccontare decide di partire a piedi per affrontare l'attraversamento del Paese. Lo scopo è quello di spingerla a resistere al male in attesa del suo arrivo.

Il film vale la visione innanzitutto per la prestazione di Jim Broadbent che mostra ancora una volta come tutti i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera (Oscar compreso) fossero meritati. La naturalezza con cui aderisce al suo personaggio, unita al fatto di aver girato in ordine sequenziale, ci rende il suo Harold vicino e ci consente di comprenderne aspettative e sensi di colpa rendendo anche credibili passaggi che rischiano di esserlo meno.

Il suo viaggio in un'Inghilterra ben poco piovosa diventa un on the road della memoria in cui l'ambiente, sia esso naturale che urbano, diventa qualcosa di più di uno sfondo. Così come il rapporto con coloro che il protagonista incontra nel suo percorso si trasforma in occasione per brevi (e spesso riusciti) ritratti di un'umanità che ha bisogno di condivisione anche quando finisce con il negare il bisogno stesso.

Lunedì 16 settembre 2024
GLORIA BELL
Regia di Sebastián Lelio
Commedia - USA, 2018, 102'

Gloria Bell ha cinquant'anni, un marito alle spalle e due figli che non hanno più bisogno di lei. Dinamica e indipendente, canta in auto a squarciagola e si stordisce di cocktail e di danza nei dancing di Los Angeles. Una notte a bordo pista incrocia Arnold, un uomo separato che sogna un cambiamento. Gloria si lancia, Gloria ci crede. Arnold ci prova ma poi improvvisamente non è più là. Volatilizzato fino alla prossima promessa. Per lui il passato è una prigione. Tra amplessi e abbandoni, Gloria finisce al tappeto ma si rialza e balla. C'è sempre nell'idea di un remake la ricerca di un gesto artistico. La necessità di rifare l'originale non è (soltanto) un semplice esercizio di stile e sta lì tutta la sua bellezza, nella vertigine metafisica che rivela: rifacendo la stessa opera non otteniamo mai lo stesso film.

Con Gloria Bell, Sebastián Lelio fa (di) nuovo il suo Gloria, riscrivendo in buona compagnia (Jim McBride, All'ultimo respiro, Gus Van Sant, Psycho, Michael Haneke, Funny Games e molti altri prima di lui) una storia del cinema che racconta sempre la prima volta.

Gloria Bell ha qui il volto diafano di Julianne Moore, che flirta da sempre con quell'abisso che chiamiamo intimità. Sotto il cielo blu della California, Sebastián Lelio fa corpo con la sua protagonista come aveva già fatto con le precedenti (Gloria, Una donna fantastica). Un'unione sacra che rende tutto possibile lontano dal paradiso e dalla compagnia degli uomini, perchè Gloria balla da sola e spera di andarsene ballando. L'autore cileno aggiunge pennellate di biondo al rosso(re) di Julianne Moore, cucendole un ruolo che indossa ogni volta come una seconda pelle.

Lunedì 23 settembre 2024
IL CORSETTO DELL'IMPERATRICE
Regia di Marie Kreutzer
Biografico - Austria, Francia, Germania, Lussemburgo, 2022, 105'

Vienna, 1877. Il 24 dicembre l'Imperatrice d'Austria Elisabetta, nota ai più come Sissi, compie 40 anni, un'età che per una donna dell'epoca, soprattutto una nota per la sua avvenenza, segnava l'inizio della fine. Elisabetta è infelice, e non fa nulla per nasconderlo: inscena svenimenti strategici durante le parate ufficiali, coltiva progetti suicidi e si intrattiene con uomini che le riservano quell'attenzione, e quello sguardo, che le nega suo marito, l'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria, intento a corteggiare ragazze che potrebbero essere sue figlie e disorientato dall'inquietudine della moglie. A nulla valgono le fughe dell'imperatrice lontano da corte, o le richieste dei dignitari affinché mantenga un contegno ufficiale degno del suo rango: Elisabetta si sente soffocare nella sua gabbia dorata e percepisce tutta l'ingiustizia del suo tempo e del suo mondo contro tutto il genere femminile.

Il corsetto dell'Imperatrice riesamina radicalmente la figura della bellissima Sissi rispetto al modo in cui l'aveva codificata la serie di film interpretati da Romy Schneider. Qui la ribellione interiore della protagonista si fa politica, precorrendo i tempi e mostrando una consapevolezza e un "senno di poi" difficilmente immaginabili all'epoca in cui è ambientata la storia.

È una metafora efficace quella del corsetto che dà il nome al titolo, entro il quale la società costringeva la vita (!) delle donne, privandole persino del respiro. Ma Kreutzer non commette l'errore di fare di Elisabetta una martire, dandole anche un temperamento volubile ed egocentrico, e inserendo elementi di humour che sottolineano non solo l'autoironia della protagonista ma anche l'aspetto ridicolo di certi atteggiamenti, soprattutto maschili: un umorismo nero che fa sorridere, ma con dentro tanta malinconia ed amarezza. 

Lunedì 30 settembre 2024
IL PARADISO PROBABILMENTE
Regia di Elia Suleiman
Commedia - Francia, 2019, durata 97'

Elia Suleiman parte dalla Palestina per un viaggio a Parigi e a New York dove trova affinità con le situazioni che vive nella sua terra con una domanda: dov'è il luogo che possiamo veramente chiamare casa?

Uscito nel 2019, premiato a Cannes con una menzione speciale della giuria e il FIPRESCI, Il paradiso probabilmente è il lavoro più “diasporico” di Suleiman, quello dove fissare in un momento preciso nel tempo e nello spazio tutte le riflessioni accumulate nel corso di tre decenni. Perché? Perché Elia Suleiman, sceneggiatore e regista, come anche Elia S., il personaggio-maschera che si è portato dietro per tutti i suoi film, sono giunti insieme alla stessa conclusione: la Palestina è ovunque.

Il paradiso probabilmente ci dice tutto quello che c’è da dire sull’Occidente e i suoi malesseri, e lo fa nella forma più pura e limpida possibile, giocando, arrabbiandosi, esplorando, sottolineando, per poi tornare a casa, quella che non hai mai avuto e mai avrai nel corso della tua intera vita, entrare in un bar e assistere ad uno dei finali più belli degli ultimi anni. Probabilmente.

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