Brigitte Bardot, che il 28 settembre prossimo compirà novant’anni, è stata il personaggio più raccontato di Francia, e non solo.
Premessa. Tutti ricordiamo Jean-Louis Trintignant nel ruolo di Roberto nel Sorpasso. E’ uno studente timido, persino incapace di creare un contatto con una sua vicina che gli piace. Gassman se lo porta in giro per la Versilia e gli dà lezioni di vita. Non diresti mai, di quel Trintignant, che qualche anno prima aveva avuto una storia, dicono intensa, con la donna più sexy del mondo, Brigitte Bardot, che il 28 settembre prossimo compirà novant’anni.
I due si erano conosciuti sul set di Piace a troppi (Et dieu… créa la femme) nel 1956. Il film fece epoca, stabilì un precedente analizzato come una tac. Per il contenuto e per lei, Brigitte. Era divisivo, amato e odiato. Un critico italiano scrisse che la Bardot era “una perfetta terapia per i foruncoli degli adolescenti”. Ma c’è qualcuno, che di cinema se ne intendeva che scrisse: «Tutta Parigi lo ha visto, tutta Parigi ne parla; ci sono quelli che si lamentano: “Non è nemmeno cochon!” e quelli che si adombrano: “È indecente”.
Et Dieu créa la femme, per il quale c’era motivo di temere dopo la campagna pubblicitaria gratuita condotta dalla censura, è un film sensibile e intelligente nel quale non si riscontra una sola volgarità; è un film tipico della nostra generazione perché è amorale (in quanto rifiuta la morale corrente e non ne propone nessuna altra) e puritano in quanto è cosciente di questa amoralità e se ne inquieta”. Era François Truffaut.
La scheda del film: Brigitte va a letto con Marquand e si fa corteggiare da Jürgens. Fa tutto con grande naturalezza e alla fine rimane col marito Trintignant, ma il futuro sarà... largamente aperto. Un film che senza di lei non sarebbe uscito da una normale mediocrità, e invece invase il mondo. Brigitte venne imitata da tutti, nei film e nella vita. Sedusse completamente gli americani che negli anni Sessanta le dedicarono addirittura un film dal titolo Dear Bardot.
Gli americani la amavano ma Brigitte ha sempre resistito alle sirene hollywoodiane, contrariamente a sue colleghe europee come Dietrich, Garbo, Bergman la stessa Loren, eppure le lusinghe c’erano state. Brigitte è rimasta a casa, ha voluto “essere” la Francia, come Gabin, e Delon. Non aveva il talento di attrice di una Moreau o di una Deneuve, ma sapeva offrire modelli diversi al di là del sesso. Si accreditava anche come donna bambina con “quel” corpo, con quelle labbra perennemente imbronciate di finta innocenza.
Doveva (quasi) tutto a Vadim, suo marito, che lavorò con passione e competenza e scaltrezza e ne fece, ventiduenne, il simbolo sessuale del mondo. Del resto aveva fra le mani un “materiale” assolutamente adatto.
Prima di arrivare a Piace a troppi Brigitte presentava già un certo interessante background. A quindici anni aveva posato per la copertina di “Elle”, un magazine femminile che faceva testo. Ventenne si era fatta notare in un film ricordabile, Ragazze folli, di Allegret.
Da Vadim, il passaggio ad altri autori, maestri, giganti del cinema, fu naturale e automatico. A contendersela furono Autant-Lara (La ragazza del peccato), Clouzot (La verità), Malle (Vita privata e Viva Maria), Godard (Il disprezzo), Cocteau (Il testamento di Orfeo).
Nel tempo la Bardot è stato il personaggio più raccontato di Francia, e non solo. Infiniti sono i libri, i convegni, i fumetti, gli album di canzoni, i ritratti: come non ricordare quello storico di Andy Warhol. Fra i molti riconoscimenti spicca il più importante francese, la Legion d’onore.
La vita privata. I mariti e gli amanti riempiono un book unico al mondo. Una tipologia davvero completa: attori, play boy, principi e duchi, politici, capitani di industria, giornalisti e scrittori, cantanti e cantautori, bei ragazzi che passavano di lì. La Bardot ha avuto un unico figlio, Nicolas-Jacques da Jacques Charrier, uno dei mariti.
La personalità. Brigitte Bardot è stata un vulcano. Era conscia della sua popolarità e delle relative possibilità di influencer.
Intenso è stato il suo impegno politico. L’attrice si è sempre dichiarata una fervida adepta di De Gaulle, dunque di idee di destra. Non le sono mancate le denunce, per omofobia, antisemitismo, quando esagerava nell’esprimere le proprie convinzioni.
Ma era … la Bardot, dunque tutto era perdonabile. Del resto, con gli anni, rivide quelle posizioni.
Nel 1972, a 38 anni decise di lasciare il cinema. Avrebbe potuto continuare ma il viso e il corpo non erano più quelli di una volta. Soprattutto, decise di non fermare il tempo ricorrendo alla chirurgia. Ormai la sua attività era un’altra, quella di paladina dei diritti degli animali. Un impegno che continua a portare avanti.
Da tanto tempo vive serena con i suoi animali e … le sue rughe.
Personale. Una volta, con mia moglie Daniela, ero a Saint Tropez, al Café Lapérouse.
A un tavolino era seduta una donna con grande cappello, grandi occhiali da sole, con un cane accucciato ai suoi piedi. Daniela disse: “Quella lì mi sembra Brigitte Bardot.” Certo non era facile riconoscerla. Daniela chiese conferma a un cameriere che confermò. “La signora viene spesso qui da noi.” “Le chiedo un autografo”. “Ma dai, non disturbarla” ribattei. “No, no, vado”. Vidi mia moglie e Brigitte intrattenersi per qualche minuto. Quando tornò da me Daniela era raggiante. Disse che Brigitte era stata gentilissima, e mi mostrò l’autografo: “Pour ma nouvelle amie Daniela. Brigitte.” Mia moglie concluse: “E’ stata la donna più bella del mondo. Adesso è l’anziana più bella del mondo.”