Con MYmovies ONE è ora possibile approfondire la grande filmografia del regista con 10 film da lui diretti, tra cui gli imperdibili Bad Guy, Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera e Ferro 3, e un documentario a lui dedicato.
GUARDA I FILM I SCOPRI MYMOVIES ONE.
Fu uno choc il suo annuncio a sorpresa alla conferenza stampa della Mostra di Venezia del 2022. La chiamata dal cielo - opera postuma di Kim Ki-duk, travagliata e realizzata solo con la forza di volontà che caratterizza da sempre il cineasta – è inconfondibilmente un film di Kim, nel bene e nel male. Seppur calato in un contesto geografico e linguistico inconsueto, rispecchia comunque la sua inconfondibile poetica: un piccolo miracolo di suggestione cinematografica, in cui Kim ha superato le difficoltà e la scarsità di mezzi per proporre una storia di amore, ossessione e sopraffazione reciproca intrisa della sua poetica. I temi ricorrenti del passato, su quella sessualità autolesionista, vissuta in contrapposizione all’ipocrita rigidità della società, rivivono in chiave onirica, lasciando nello spettatore un dubbio inestricabile sul fatto che il regista-demiurgo sia un narratore credibile.
La chiamata dal cielo si aggiunge a un nutrito pacchetto di film – 10 opere di finzione, 1 documentario sulla carriera di Kim – già presenti in streaming su MYmovies, disponibili con un abbonamento a MYmovies ONE, a costituire un’importante possibilità di approfondire la filmografia del regista coreano. A partire dagli inizi abrasivi, in cui la volontà di sfidare i limiti consueti della censura si trasforma in linguaggio nuovo e audace, rappresentati da L’isola (2000), Real Fiction (2000), Address Unknown (2001) e Bad Guy (2001). L’isola risveglia a schiaffi la cinefilia europea, introducendo alla visione di Kim della sessualità e a quella, così divisiva e inattuale, dei rapporti tra uomini e donne.
Bad Guy (forse il capolavoro di Kim?) oggi sarebbe pressoché impensabile, ma rimane un film destinato a dividere, esaltare o indignare, e in egual misura affascinare. Address Unknown introduce invece alla questione del 38° parallelo e dalla divisione tra Nord e Sud su cui Kim tornerà con Il prigioniero coreano (2016).
La fase aurea di Kim è rappresentata su MYmovies da alcuni dei suoi titoli più classici, quali Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera (2003), La samaritana (2004) e Ferro 3 (2004), tra i più noti e amati del regista coreano, in cui il male inflitto diviene parte di un ciclico quadro buddista dell’esistenza umana. Opere che hanno bisogno di poche presentazioni e che nessun amante del cinema dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Il documentario di Antoine Coppola Kim Ki-duk, cinéaste de la beauté convulsive, infine, è il necessario complemento critico che può consentire di riflettere e provare a rispondere alle molte domande aperte lasciate dalle opere di Kim, problematiche anche a distanza di decenni dalla loro genesi.
A rendere peculiare e così sconvolgente il cinema di Kim Ki-duk è proprio la sua natura istintuale, in cui l’autore crede ciecamente. Fino al punto di rendere inevitabile lo scontro con i limiti artificiali imposti dalle regole dell’uomo, sia che si tratti della legge, che condanna i bad guys o i crocodiles che altrimenti non saprebbe come gestire, che della politica internazionale, solo capace di spaccare in due un popolo, lasciandolo spaesato e bellicoso fino all’autolesionismo.