RIVER TO RIVER 2023, UN EVENTO UNICO PER ESPLORARE IL VOLTO DELL’INDIA CONTEMPORANEA

Torna a Firenze dal 7 dicembre - all’interno del grande programma della 50 giorni di cinema - il festival dedicato al cinema indiano.
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Veronica Ranocchi, mercoledì 29 novembre 2023 - Festival

L’unico evento cinematografico in Italia che esplora il volto dell’India contemporanea torna anche per questo 2023 a Firenze, al cinema La Compagnia, dal 7 al 12 dicembre. Il River to River Florence Indian Film Festival, giunto alla sua 23esima edizione quest’anno vanta la partecipazione (e premiazione), come ospite d’eccezione, del divo di Bollywood Abhishek Bachchan che incontrerà il pubblico in occasione della prima italiana del suo ultimo film: la storia di sport e riscatto al femminile Ghoomer al fianco del regista R. Balki

Ma il festival non si ferma qui e, con la direzione di Selvaggia Velo, promette altri nomi e altri titoli di richiamo con oltre 30 film, tra lungometraggi, documentari e corti in prima italiana ed europea. 

E poi non solo grande schermo per la kermesse che, oltre a una web serie che è la Sex and the City indiana, propone anche una mostra fotografica, un cooking show e un momento di approfondimento tramite un talk.

6 giorni di full immersion nel cinema, nel cibo e nella cultura indiana.

IL PROGRAMMA 

La 23esima edizione del festival si apre giovedì 7 dicembre con la proiezione di Ghoomer, vicenda – ispirata a una storia vera – di una ragazza prodigio del cricket che, dopo aver perso una mano in un incidente, grazie all’aiuto di un ex giocatore fallito e burbero, interpretato dal divo Abhishek Bachchan, riuscirà comunque a fare la storia di quello sport.

Nella giornata successiva, quella dell’8 dicembre, spazio alla prima internazionale del documentario fuori concorso Sari, sei metri di eleganza del documentarista Diego D’Innocenzo, viaggio alla scoperta dell’abito femminile più indossato al mondo, il sari. 

Sari, sei metri di eleganza è un viaggio alla scoperta dell'abito più celebre della cultura indiana. 

Da non perdere l’omaggio al regista bengalese Mrinal Sen, maestro della New Wave cinematografica dell’India orientale acclamato e premiato nei più importanti festival internazionali, con due dei suoi film più significativi, Interview (8 dicembre ore 16) e Bhuvan Shome (9 dicembre ore 16).

A chiudere la giornata, dopo la proiezione dei primi due episodi della terza stagione della web serie Four More Shots Please!, ci sarà la possibilità di vedere Footprints on Water di Nathalia Syam che, attraverso la ricerca di un padre – immigrato clandestinamente in Gran Bretagna – della figlia scomparsa tratteggia un ritratto delle vite di coloro che abbandonano il proprio paese in cerca di un futuro migliore.

Il 9 dicembre, dopo un talk che tratteggia l’India tramite le parole di Italo Calvino, sarà il momento di Bhuvan Shome, girato in hindi nel 1969, su l’amara parabola del sogno di libertà del protagonista, un vedovo di mezza età, burocrate onesto e inflessibile, che durante una breve vacanza in un villaggio costiero incontra una ragazza semplice e piena di vita; e poi di Call me dancer di Leslie Shampaine e Pip Gilmour, sulla vicenda del giovane Menish, deciso a perseguire il sogno di diventare un ballerino professionista anche contro i limiti imposti dalla famiglia. Infine Gulmohar, saga familiare firmata dal cineasta Rahul Chittella.

Call me dancer è un documentario che offre il ritratto di un ballerino professionista disposto ad andare contro i limiti imposti dalla famiglia.

La mattina del 10 dicembre sarà animata dalla proiezione di Matrimonio indiano di Mira Nair, vincitore del Leone d’Oro a Venezia nel 2001. A questa proiezione seguirà nel primo pomeriggio la proiezione di alcuni cortometraggi: Little Detective di Abhishek Singh, Splash di Kshitij Kumar Pandey, The List di Gaurav Dave, Slam Dunk, Sehaj! di Asis Sethi. 

Dopo i corti sarà possibile (ri)vedere il celebre Vita di Pi di Ang Lee e successivamente, dopo altri due episodi della web serie, che accompagnerà il pubblico per tutta la durata del festival, Rocky aur Rani Ki Prem Kahaani di Karan Johar.

Il penultimo giorno della kermesse vedrà un altro slot di cortometraggi: Hinglish di Ashish Varma, Kathputli di Priyanshi Prakash Khatri, Broken Mirror di Pinaki Sarkar, American-born, confused and half-desi di Ronak Shah. A chiusura della giornata è previsto Sherdil: The Pilibhit Saga di Srijit Mukherji, commedia dolce amara ispirata a eventi realmente avvenuti nella Pilibhit Tiger Reserve, riserva naturale per tigri situata nel distretto indiano dell’Uttar Pradesh.

Chiudono il festival, il 12 dicembre, altre tre proiezioni. La prima è It’s time to rise up - I am a rickshaw puller di KM Taj-Biul Hasan su Rahela Begum, ragazza madre e prima donna a intraprendere il mestiere di autista di risciò nella società tradizionalista e conservatrice del Bangladesh. La seconda è Fatima di Sourabh Kanti Dutta, sull’attivista Fatima Khatun, ex sposa bambina, che ha avuto la forza di ribellarsi e combattere il traffico sessuale nella propria comunità nello Stato del Bihar al confinante con il Nepal, cercando di creare una vita migliore per sé e per le generazioni future. Infine, a chiudere la 23esima edizione del festival Goldfish di Pushan Kripalani con l’attrice Kalki Koechlin nei panni di una donna che, a causa della malattia della madre è costretta a confrontarsi con le ferite di un passato che aveva scelto di dimenticare e con la storia e l’eredità di una donna che non faceva più parte della sua vita.

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