VINCENT DEVE MORIRE, RACCONTO ESILARANTE E PARANOICO, METAFORA DELLA VIOLENZA POST PANDEMIA

L'opera prima di Stéphan Castang assume tutta l'ansia e la collera della nostra epoca volgendole in un fenomeno sovrannaturale contagioso. Presentato al Torino Film Festival e dal 30 maggio al cinema.

Marzia Gandolfi, mercoledì 29 novembre 2023 - Recensioni

Vincent, grafico pubblicitario e uomo mite, è aggredito in ufficio da uno stagista. Quello che assomiglia a un regolamento di conti assume presto contorni perturbanti, perché il giorno successivo un altro collega lo pugnala con una biro. È l'alba di un incubo. Vincent lascia la città e si isola progressivamente in campagna. Un esilio costellato di incontri inaspettati.Tutti vogliono uccidere Vincent.

Opera prima di Stéphan Castang, Vincent deve morire è una metafora della violenza all'opera nella società francese post pandemia. Racconto esilarante e paranoico, assume tutta l'ansia e la collera della nostra epoca volgendole in un fenomeno sovrannaturale contagioso.

Horror che flirta con la commedia sentimentale (e il thriller paranoico), Vincent deve morire è armato di ascia e di un'audacia folle che irriga l'avventura di un eroe inviso al mondo. Le ragioni dimorano inspiegabili ma il godimento è spiegabile con un soggetto parente diretto del film di zombie, con cui condivide la carica sovversiva e politica.
 

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