A fuoco è invece l'interpretazione scanzonata di Martina Gatti nei panni di un personaggio refrattario alla modernità. Dal 17 novembre su Prime Video.
Ennio Strano è un esperto informatico quasi cinquantenne che vive in funzione della tecnologia che lo circonda. Una sera, in una discoteca, gli cade il cellulare ultimo modello: lo aiuta a recuperarlo Viola, una ragazza che "porta avanti uno stile slow" e tiene a distanza ogni device high-tech. Ma quando Viola si reca nel punto vendita di Ennio per farsi riparare un vecchio modem, l'uomo si ritrova in un mondo in cui la tecnologia si è fermata per decreto governativo al 1999, circondato da Nokia 3310, Pentium II, cabine telefoniche e negozi Blockbuster. In questa realtà parallela Ennio dovrà capire quale sia il migliore dei mondi possibili.
Maccio Capatonda, al secolo Marcello Macchia, parte da un'idea molto promettente ma non riesce a svilupparla in modo convincente, creando una storia che sembra lei stessa impantanata nel passato, quanto a ritmo e progressione macchinosa della trama.
A fuoco è invece l'interpretazione scanzonata di Martina Gatti nei panni di Viola, che riesce a rendere quasi credibile il suo personaggio refrattario alla modernità ma attratto da questa sorta di Aranzulla. Solo attraverso Viola, e la sua recitazione precisa della scombinatezza solare di Martina, capiamo quanto il nostro mondo polarizzante e iper assistito ci abbia tolto la libertà di improvvisare, anche cambiando idea in base all'ispirazione del momento.