C'è tutto ciò che ci si aspetta dal personaggio centrale: l'ipocondria, l'eccessiva disponibilità verso il prossimo, la frustrazione personale. Su Paramount+.
Eravamo rimasti alla vigilia delle possibili elezioni di Carlo Verdone a sindaco di Roma, ma la seconda stagione di Vita da Carlo si libera immediatamente di quella linea narrativa per tornare ai grandi progetti del protagonista che sogna di dirigere un film d'autore autobiografico, Maria Effe, per ripercorrere la sua storia d'amore ventenne con una prostituta. Carlo torna anche alle sue vicissitudini familiari, che comprendono la figlia Maddalena incinta (di padre incerto) e il suo spiantato ex fidanzato Chicco, il figlio Giovanni che persegue in tribunale un boss mafioso di Ostia, l'ex moglie Sandra abbandonata dal compagno, l'amico Max che ha paura di volare in aereo e la domestica Annamaria che si innamora di un vicino galante.
In Vita da Carlo 2 c'è tutto ciò che ci si aspetta dal personaggio centrale: l'ipocondria, l'eccessiva disponibilità verso il prossimo, la frustrazione di fronte al fatto che "non si può avere un minuto di serenità nell'arco della giornata". In più c'è una stanchezza che appartiene al personaggio, ma purtroppo anche a questa seconda serie, che sembra faticare più della prima nel trovare una sua energia narrativa.
Verdone ci tiene compagnia, come ha sempre fatto, ma nemmeno gli innesti giovanili bastano a restituirgli lo sprint del passato.