Omar Sy si assume il rischio di remare contro l'immensa popolarità ottenuta oltralpe per criticare aspramente la politica coloniale del Paese. Da giovedì 24 agosto al cinema.
Un film lineare e senza fronzoli che si posiziona radicalmente "contro" - la guerra, l'obbedienza cieca agli ordini, il colonialismo, lo sfruttamento dei fratelli su altri fratelli, la retorica militare e politica - il che lo rende terribilmente attuale.
La regia di Mathieu Vadepied è fisica e concreta, aderisce ai suoi personaggi e li getta all'interno di una storia che sembra svilupparsi di minuto in minuto.
Omar Sy, che ha prodotto il film e interpreta il ruolo di Bakary rispolverando la lingua Fula delle sue origini, si assume il rischio di remare contro l'immensa popolarità ottenuta oltralpe per criticare apertamente la politica coloniale francese e certe ipocrisie nella gestione del rapporto con gli immigrati africani.
Io sono tuo padre è un film di poche parole e pochi accadimenti necessari per illustrare la parabola di Thierno, combattuto fra l'amore per il padre e il desiderio di emanciparsi dalla sua autorità per diventare finalmente uomo.