INCINEMA, IN ARRIVO IL PRIMO FESTIVAL ACCESSIBILE AI DISABILI SENSORIALI. «IL SOGNO È CREARE PROIEZIONI DAVVERO PER TUTTI»

L’ideatore Federico Spoletti racconta un grande progetto di inclusività che prenderà vita alla fine di ottobre in varie sale d'Italia e in streaming su MYmovies.

Giovanni Bogani, giovedì 6 luglio 2023 - Incontri

Sarà il primo festival cinematografico d’Italia accessibile ai disabili sensoriali. Un festival di film con sottotitoli e con audio descrizioni, per rendere possibile la migliore fruizione possibile dei film anche a ipovedenti e a persone con disabilità uditive. Cioè, nel nostro paese, una persona su sei oltre i sessant’anni.

Si tratta di InCINEMA, un festival che prenderà vita alla fine di ottobre, in varie sale d’Italia – a Firenze a La Compagnia, ma anche a Roma, Milano, Torino – e in streaming su MYmovies, che del progetto, realizzato in collaborazione con Fondazione sistema Toscana, è anche media partner. Ne parliamo con il suo ideatore, Federico Spoletti.

Federico è il cofondatore e il presidente di SUB-TI, una delle più importanti società internazionali di sottotitolazione, che ha fondato a Londra nel 2002, e l’ideatore di FRED, una radio che fa informazione sul cinema in tutte le lingue del mondo. Beh, quasi. Almeno in 25 lingue.
 

Insomma, Spoletti crede fermamente che le idee debbano circolare, che le lingue non debbano tracciare confini, ma gettare ponti. E in questa ottica ha ideato il festival InCINEMA. Ne parliamo con lui, che raggiungiamo telefonicamente ad Anversa, dove partecipa ad un convegno sulla sottotitolazione.

Federico, da dove nasce l’idea del festival?
È molto semplice: dalla constatazione che in Italia siamo molto indietro nel rendere accessibili i film a ipovedenti e ipoudenti. In realtà, c’è un legge che prevede che siano creati, per i film che vengono prodotti, sottotitoli per i non udenti e audiodescrizioni per ipoudenti. Ma non c’è l’obbligo di distribuirli. Così, audiodescrizioni  e sottotitoli vengono prodotti, spesso per essere lasciati inutilizzati.

In Italia siamo messi peggio che in altri paesi d’Europa?
Beh, è presto detto: nel Regno Unito, quando mancano i sottotitoli ad un film scoppiano le polemiche, e nasce un caso. Recentemente, per un problema tecnico, è uscito un film senza i sottotitoli: ci sono state sanzioni severissime.

I sottotitoli sono importanti anche per fruire di film stranieri senza perdere l’impasto sonoro, l’emotività dei toni della recitazione.
Naturalmente, i sottotitoli servono per tutti i fruitori di un film che non sono di madrelingua. In Italia ancora i contenuti audiovisivi che hanno i sottotitoli non raggiungono il 50% della produzione. Per le audio descrizioni siamo sotto al 10%.

Come funziona l’attivazione della audiodescrizione per gli ipovedenti?
È molto semplice. L’audiodescrizione non si sovrappone ai dialoghi, ma si inserisce nelle pause fra un dialogo e l’altro, e contribuisce a chiarire – per chi vede poco, o quasi per niente – dove ci si trovi, che cosa stia accadendo. In televisione si può attivare questa seconda traccia audio: al cinema, mediante un’applicazione, si può scaricare l’audio sincronizzato con il film sul proprio telefono, e ascoltarlo nelle cuffie.
 

Come sarà strutturato il festival InCINEMA?
Il mio desiderio è di creare proiezioni davvero ‘per tutti’: sia per ipovedenti e ipoudenti che per tutti gli altri. E tutti i film proiettati saranno anche disponibili, per un certo periodo di tempo, sulla piattaforma MYmovies. Ci saranno incontri, masterclass con autori dei film e con operatori dell’accessibilità. Tutte le attività collaterali avranno la trascrizione in tempo reale, così da essere accessibili anche al pubblico con disabilità uditiva.

In questo processo di attenzione e di inclusività, mi sembra di capire che i produttori cinematografici siano ancora indietro.
I produttori italiani dedicano pochissime attenzioni – che si traduce in pochissimo budget – alle audio descrizioni. Lo fanno, sostanzialmente, per ‘riempire la casella’ resa obbligatoria per accedere ai fondi pubblici. Ma fanno audiodescrizioni scadenti, spesso senza neanche distribuirle insieme col film.

Sono spese considerate, in qualche modo, “non necessarie"?
Viene questo sospetto. E pensare che, rispetto al costo medio di un film, l’audiodescrizione costa pochissimo: corrisponde allo 0,65% del budget. Allo stesso modo per i sottotitoli si spende solo l’1% rispetto al costo complessivo di un film. Ma, per esempio, per quello che riguarda i film americani i ricavi arrivano per il 50% dal mercato estero. E il mercato estero non potrebbe esistere senza i sottotitoli.

In questo quadro, le piattaforme come si collocano?
Le grandi piattaforme internazionali hanno dato una spinta verso la familiarità con i sottotitoli, specialmente per gli utenti più giovani.

Insomma. Un altro passo avanti verso l’abbattimento di barriere, verso l’attenuazione delle difficoltà di godere di un’opera d’arte per una fascia sempre più ampia della popolazione. Un passo avanti per far sì che l’inclusione diventi norma, e non eccezione. “L’accessibilità alla cultura deve essere garantita a tutti, indipendentemente dalle capacità sensoriali di ognuno”, dice Spoletti. La sensazione è che in Italia ci sia ancora un po’ di strada da fare.

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