SI CONCLUDE LA RASSEGNA XX SECOLO CON FRITZ LANG, IL REGISTA CHE HA STRAVOLTO I CODICI DELL'ARTE

Una selezione di titoli del grande cineasta in programma fino al 5 febbraio al cinema Quattro Fontane di Roma.

Pino Farinotti, lunedì 16 gennaio 2023 - Evento

Prosegue e si conclude la seconda parte della rassegna XX secolo – L’invenzione più bella, con nuovi imperdibili appuntamenti in programma fino al 5 febbraio al cinema Quattro Fontane di Roma.

Dopo Susanne Bier, Martin Scorsese, George Cukor e un focus sulla New Hollywood, è il momento del grande cineasta Fritz Lang

Pino Farinotti parla di Fritz Lang facendo un excursus dei suoi film più importanti.

Fritz Lang (1890- 1976) è un figlio, prediletto, della fondamentale Scuola di Weimar che all’inizio del secolo scorso scardinò la cultura e lo spettacolo, l’estetica, la musica. Il cinema raccolse l’eredità del movimento letterario “Tempesta e impeto”, lo Sturm und Drang che stravolse tutti i codici dando il là, di fatto, alla letteratura moderna. Il titolo eroico è "I dolori del giovane Werther" (1774) di Goethe.

I registri c’erano, evoluti, quasi tutti: romanticismo, dolore, tempesta e impeto, contrasto estetico e contrasto tout court, gotico, estremo, visionario, sessualità, la parola e il silenzio, il chiuso e l’agorà, la coscienza e l’inconscio, il viaggio, il simbolo e la metafisica, l’immagine muta. E poi il film come storia del film stesso e come metafora di tutto. Tutta questa massa, questa “furia”, dovette affrontare l’anomalia nazista che irruppe nel 1933, e diede origine a una vera emigrazione di artisti verso l’America. Dal cinema arrivarono in California Wilder, Lubitsch, Zinneman, Preminger, Litvak, fra gli altri. E Lang.
 

Significava, per i film americani, una sintesi di cultura europea nobile e di spettacolo Usa altrettanto nobile. Capolavori e Oscar caduti a pioggia su Hollywood. 

Lang studia a Vienna e gira l’Europa acquisendo una cultura profonda sempre in chiave di espressionismo, che sarà sempre la sua stella polare. La partenza è la scrittura, poi firma film che lo fanno riconoscere nel panorama artistico europeo degli anni venti. Finché approda a Il dottor Mabuse (1922) che in quel panorama lo colloca ai vertici. In quel film Lang, attraverso Mabuse, autentica incarnazione del male, presenta già una visione profetica del tormento sociale che dilania la Germania di quegli anni

Nel 1927 ecco Metropolis, uno dei titoli eroici del cinema. Esiste una versione colorizzata curata da Giorgio Moroder con colonna sonora rock. La storia si svolge nel ventunesimo secolo. Nella tentacolare città di Metropolis, il proletariato vive e lavora sottoterra, ridotto a una condizione subumana e invitato alla calma e alla rassegnazione da una mite donna, Maria. Uno scienziato, però, dopo che della ragazza si è innamorato il figlio dell’industriale che è a capo della città, costruisce un robot somigliante a Maria che dovrebbe dividere gli operai, ma che in realtà li spinge alla rivolta. La ribellione operaia travolge tutto, case, macchine, famiglie. L’autore concede comunque un finale non disperato.
 

Anche M – Il mostro di Düsseldorf (1931) è uno dei risultati più alti della filmografia del regista; è il film che forse meglio fotografa gli apparati della società e della cultura tedesca che stava ormai scivolando verso il nazismo. Lang coglie le turbe psichiche dell’assassino di bambine, che estende alla cultura distorta della Germania di allora, e indica quell’azione come impulso criminale pronto a scaricarsi sugli indifesi. Peraltro avallato istituzionalmente del regime. Da antologia il quadro finale di sapore brechtiano in cui l’assassino viene giudicato non dal sistema, ma dagli stati generali della malavita riuniti in assemblea. I nazisti, non ancora al potere, tentarono in tutti i modi di boicottare l’uscita.

Con questi titoli che sono parte vitale del corpo del cinema, Lang ha messo a punto la sua visione dell’uomo, mai libero nelle sue scelte e nel creare il proprio destino. C’è una forza superiore che domina implacabile. 

La fase americana del tedesco è ricchissima. Sono molti i titoli che firma, senza disattendere il suo carattere originario. I produttori cercano di imporre a Lang certe regole ineluttabili del cinema americano, per esempio l’happy end, ma lui va dritto per la sua strada. Il senso di un destino degli umani che devono subire la cattiveria della storia continua a sussistere. A Lang non apparterrà mai quel “tocco hollywoodiano” assunto da Wilder e Lubitsch, che raccontavano vicende importanti in chiave di sorriso e evasione. Lang persegue la sua attitudine di Weimar attaccando il sistema americano, certo con impeto minore rispetto a quello tedesco. Rimane rigoroso e coriaceo. Io ho visto tutti i film di Lang e… non ho sorriso una sola volta.

Ciò non toglie che di opere di qualità trattasi. In Furia (1936) si concentra sul linciaggio, subito per lo più dai neri o dai diversi. Sono innocente (1938) racconta la storia di un detenuto che uccide involontariamente un uomo: la società rivela la sua anima violenta vendicandosi. Il regista affronta anche il western con Il vendicatore di Jess il bandito (1940), che presenta un registro intimo, psicologico, diverso dai temi epici del genere. Ingaggia il massimo divo del momento, Tyrone Power e ne fa un personaggio lontano dall’icona fascinosa che gli appartiene in I guerriglieri delle Filippine del 1950. Nel noir Il grande caldo (1953) il focus è sulla lotta fra un poliziotto e il potere. Idea certo Langhiana.

Chiude la sua carriera con una reminiscenza che gli sta a cuore: Il diabolico dottor Mabuse (1960). Dove rivede a tanta distanza la sua percezione. E si accorge che quasi niente è cambiato.

I FILM DI FRITZ LANG IN PROGRAMMA

Lunedì 16 gennaio
ore 15.45 LANG IN GERMANIA: I ragni 1 (Die Spinnen, 1. Teil: Der Goldene See) 69’
ore 17.30 LANG IN AMERICA: Furia (Fury) 92’
ore 20.00 LANG IN GERMANIA: Metropolis 148’

Martedì 17 gennaio
ore 15.45 LANG IN GERMANIA: I ragni 2 (Die Spinnen, 2. Teil: Das Brillantenschiff) 104’
ore 18.00 LANG IN AMERICA: Anche i boia muoiono (Hangmen Also Die) 131’
ore 20.30 LANG IN AMERICA: La confessione della signora Doyle (Clash by Night) 105’

Mercoledì 18 gennaio
ore 15.45 LANG IN GERMANIA: Metropolis 148’
ore 18.30 LANG IN AMERICA: La bestia umana (Human Desire) 90’
ore 20.30 LANG IN AMERICA: Quando la città dorme (While the City Sleeps) 100’

Domenica 22 gennaio
ore 11.00 LANG IN AMERICA: La donna del ritratto (Woman in the Window) 107’

Lunedì 23 gennaio
ore 15.45 LANG IN AMERICA: Furia (Fury) 92’ REPLICA
ore 17.30 LANG IN GERMANIA: I Nibelunghi 1 (Die Nibelungen: Siegfried) 143’ 
ore 20.30 LANG IN AMERICA: Maschere e pugnali (Cloak and Dagger) 106’

Martedì 24 gennaio
ore 15.45 LANG IN GERMANIA: I Nibelunghi 1 (Die Nibelungen: Siegfried) 143’ REPLICA
ore 18.15 LANG IN GERMANIA: I Nibelunghi 2 (Die Nibelungen: Kriemhilds Rache) 148’
ore 21.00 LANG IN GERMANIA: M - Il mostro di Düsseldorf (M. - Eine Stadt sucht einen Mörder) 99’

Mercoledì 25 gennaio
ore 15.45 LANG IN GERMANIA: I Nibelunghi 2 (Die Nibelungen: Kriemhilds Rache) 148’ REPLICA
ore 18.30 LANG IN AMERICA: Duello Mortale (Man Hunt) 105’
ore 20.30 LANG IN GERMANIA: L’inafferrabile (Spione) 150’

Domenica 29 gennaio
ore 11.00 LANG IN AMERICA: La strada scarlatta (Scarlet Street) 102’

Lunedì 30 gennaio
ore 15.45 LANG IN GERMANIA: M. - Il mostro di Düsseldorf (M. - Eine Stadt sucht einen Mörder) 99’ REPLICA
ore 17.45 LANG IN GERMANIA: Il dottor Mabuse 1 (Dr. Mabuse, der Spieler) 155’
ore 20.30 LANG IN AMERICA: Sono innocente (You Only Live Once) 86’

Martedì 31 gennaio
ore 15.45 LANG IN GERMANIA: Il dottor Mabuse 1 (Dr. Mabuse, der Spieler) 155’ REPLICA
ore 18.30 LANG IN GERMANIA: Il dottor Mabuse 2 (Dr. Mabuse, der Spieler) 115’
ore 21.00 LANG IN GERMANIA: Destino (Der Müde Tod) 98’

Mercoledì 1 febbraio
ore 15.45 LANG IN GERMANIA: Il dottor Mabuse 2 (Dr. Mabuse, der Spieler) 115’ REPLICA
ore 18.00 LANG IN AMERICA: Quando la città dorme (While the City Sleeps) 100’
ore 20.00 LANG IN GERMANIA: Il testamento del dottor Mabuse (Das Testament des Dr. Mabuse) 122’

Domenica 5 febbraio
ore 11.00 LANG IN AMERICA: Il grande caldo (The Big Heat) 90’

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