Big Eyes, L'attimo fuggente o Ma che colpa abbiamo noi? Ecco i migliori film in programma stasera.
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Quando carica la figlioletta sull'automobile e lascia il primo marito, Margaret Ulbrich è una giovane donna senza soldi, che dipinge per passione e per necessità quadretti semicaricaturali di bambini dagli occhi smodatamente grandi. Opere intrise di sentimentalismo e di un gusto kitsch, che raggiungeranno però un enorme e inaspettato successo quando a commercializzarle sarà Water Keane, secondo marito di Margaret e "wannabe artist" a tutti i costi. Spacciando i quadri della moglie per propri, per quasi un decennio, Walter costruisce un impero su un'enorme bugia, riuscendo ad abbindolare l'America intera. Finché Margaret non si ribella. Gli occhi sono lo specchio dell'anima, dicono. Eppure sotto gli occhioni dei milioni di "figli" dei Keane, si cela una delle più grandi frodi dell'arte contemporanea.
Spiazzati dalla morte della decrepita psichiatra che li seguiva, gli otto partecipanti a una terapia di gruppo - ciascuno affetto da un disturbo diverso - cercano un sostituto. Verificata l'inadeguatezza delle alternative, tutti tranne uno decidono di continuare l'esperienza facendo ricorso all'autogestione. L'idea non si rivela felicissima, tanto che dopo qualche incontro il gruppo preferisce dividersi.
Approdato ai cinquant'anni, Bowfinger (S. Martin), regista da strapazzo, mette in pratica un progetto assurdo: girare un film di SF con un divo (E. Murphy), riprendendolo a sua insaputa per la strada e mettendolo in paranoia a contatto con attori improvvisati, travestiti da marziani.
Lei architetto, lui giornalista. Entrambi divorziati, con figlio unico e pestifero a carico. Hanno in comune il fascino, il telefonino, lo stress da lavoro, la temporanea aggressività verso l'altro sesso, sebbene lui tenda a Peter Pan e lei a Capitan Uncino. S'incontrano, bisticciano e finalmente combaciano. Il tutto nel giro di un giorno a New York.
Vanni è un apprezzato pianista e sta eseguendo in pubblico una composizione del musicista francese Erik Satie. Essendo spesso in tournée, approfitta della tappa nella sua città per andare a trovare il padre. Non trovandolo e insospettito da alcuni indizi decide di mettersi alla sua ricerca con la sorella Livia e il fratello Gregorio. Vanni vive solo per il pianoforte, Gregorio si arrangia come dj sfruttando la grande casa paterna e Livia, sposata e con una figlia, ha un amante al quale non dà molta importanza. Girano per la Toscana, ma prima di ritrovare il genitore avranno modo di confrontarsi e di riscoprirsi. Emergono così problemi nascosti a se stessi e agli altri: Gregorio e la sua faciloneria, Vanni e il suo egoismo conformista, Livia e la sua volubilità.
John Keating, giovane insegnante di letteratura inglese, arriva nel 1959 alla Welton Academy, di cui era stato allievo, dove regnano Onore, Disciplina, Tradizione e ne sconvolge l'ordine imbalsamato insegnando ai ragazzi, attraverso la poesia, la forza creativa della libertà e dell'anticonformismo. Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso.
Jack, eroe del vecchio West ormai tramontato, sogna di partire per l'Europa. Nessuno, giovane rappresentante dei nuovi eroi, non può permettere che un mito sparisca in modo così anonimo e trascina Jack in un'impresa quasi folle: battere una banda di centocinquanta uomini tutti dediti al brigantaggio. I due vincono e Jack, pur di poter partire, si finge morto dopo un duello con il suo giovane emulatore. Nessuno si mette l'animo in pace e Jack finalmente può imbarcarsi.
In un luna park del futuro, una specie di Disneyland, si trovano robot perfettamente congegnati e programmati per far vivere i turisti nella loro epoca preferita. Ma un giorno i circuiti vanno in tilt e i robot si ribellano, massacrando i visitatori.