A pesare sulla serie è l'assenza alla regia del suo migliore regista, il fenomenale Gareth Evans, È rimasto nella squadra Corin Hardy, ma da solo non basta. Disponibile su Sky e in streaming su NOW.
Torna la più brutale fra le serie Tv, dove si muore molto spesso e molto male. Ma ormai questo destino vale solo per gli sgherri, mentre i protagonisti rimangono in gioco in un rimestare di carte stantio e prevedibile. Del resto già il finale sopra le righe della prima stagione aveva ampiamente “saltato lo squalo” e aveva spostato la serie da un racconto durissimo di strada e criminalità, a un fumettone con figure bigger than life lontanissimo dalla realtà di Londra.
È infatti in linea con questo taglio, che gli inglesi definirebbero “operistico” per i suoi eccessi melodrammatici, che la serie estrae dal cappello la resurrezione di un personaggio chiave dato per morto. Il suo ritorno, ripropone però le medesime dinamiche già inscenate nella stagione precedente ed è in sostanza la più tipica delle “minestre riscaldate”.
Non sorprende che Gangs of London abbia perso il suo migliore regista, il fenomenale Gareth Evans, che viene ricordato e omaggiato in una sequenza in cui in Tv un ragazzino guarda il capolavoro action The Raid. Per fortuna è rimasto della partita almeno il suo braccio destro della scorsa stagione, Corin Hardy.