NOPE, UN FANTASY/HORROR CHE PENSA IN GRANDE E GUARDA AL CINEMA DELLE ORIGINI

Uno dei film più attesi del 2022, destinato a diventare un cult. Disponibile su CHILI. GUARDA SUBITO IL FILM »

Simone Emiliani, lunedì 14 novembre 2022 - Focus
Keke Palmer (Lauren Keyana Palmer) Altri nomi: (Lauren 'Keke' Palmer ) (31 anni) 26 agosto 1993, Harvey (Illinois - USA) - Vergine. Interpreta Emerald Haywood nel film di Jordan Peele Nope.

“È nella nuvola. Scappa OJ” grida Em al fratello in una delle scene più importanti del film. Ci sono ancora ‘fenomeni incontrollabili’ nel cinema di Jordan Peele. In Nope - ora disponibile in streaming su CHILI - uno dei titoli più attesi del 2022, l’horror scorre ancora sottotraccia. Ci sono dettagli apparentemente nascosti pronti però a diventare minacce come nella famiglia fidanzata del giovane afroamericano in Scappa - Get Out (guarda la video recensione) o i traumi del passato mai rimossi (in Nope lo scimpanzé che impazzisce dopo lo scoppio di un palloncino sul set della sitcom di finzione Gordy’s Home e uccide mortalmente alcuni dei protagonisti) che ritornano attraverso premonizioni, visioni, incubi in Noi (guarda la video recensione).

Al centro del terzo lungometraggio diretto dal regista ci sono due fratelli che hanno ereditato il ranch di famiglia dopo la misteriosa morte del padre, colpito da detriti arrivati dal cielo. Da lì c’è già la misteriosa nuvola pronta ad attaccare. Entrambi cercano di mantenere a galla l’attività di famiglia affittando cavalli per produzioni cinematografiche. Ma cercano anche di catturare i misteriosi eventi che stanno avvenendo e vanno alla ricerca di quell’immagine che diventa non solo testimonianza, ma proprio il ‘loro film’ sulla dimensione fantasy/horror, sotto i loro occhi.

Ed è proprio il ‘cinema dentro il cinema’ a caratterizzare dichiaratamente Nope. Ritorna infatti spesso la celebre successione di fotografie di Sallie Gardner at a Gallop (nota anche come The Horse in Motion), l’esperimento fotografico di Eadweard Muybridge realizzato nel 1878 che mostra un cavallo al galoppo e che è anche considerato come il primo esempio cinematografico ancora prima dei Lumière. Peele immagina che il fantino fosse afroamericano. Non si tratta però di una rilettura della storia del cinema, ma di un’altra angolazione dove può essere vista. E soprattutto di come dietro la storia principale, come nel caso di Nope, scorrono parallelamente tante altre storie che possono essere un altro film a parte come quella di Jupe, sopravvissuto da bambino alla strage dello scimpanzé che ora è diventato direttore di un parco a tema western Jupiter’s Claim e che vuole comprare il ranch dei fratelli o il direttore della fotografia Antler Host definito da Michael Shindler dell'American Spectator come “una gentile caricatura di Werner Herzog”.

In Nope Peele torna a lavorare con Daniel Kaluuya, il protagonista di Scappa - Get Out (guarda la video recensione) che poi ha avuto tra i suoi ruoli più importanti quello di W’Kabi, capo della sicurezza della Tribù di Confine, la prima linea di difesa del Wakanda in Black Panther (guarda la video recensione) e soprattutto ha confermato il suo talento in Judas and the Black Messiah nei panni del carismatico presidente della sezione dell’Illinois dele Pantere Nere. La sorella Em è interpretata da Keke Palmer, nota anche come cantante, conduttrice televisiva di "Strahan & Sara" e degli MTV Video Music Awards. Scritto e prodotto dallo stesso regista, Nope segna anche la prima collaborazione del cineasta con il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, ormai collaboratore fisso di Christopher Nolan da Interstellar e anche creatore delle luci delle sinistre atmosfere di Lasciami entrare.

L’obiettivo di Peele è chiaro: “La mia intenzione è stata quella di fare un grande film sugli alieni e non solo un film horror sul disco volante. Ed è un genere dove bisogna pensare in grande”. Sotto questo punto di vista, uno dei modelli, Incontri ravvicinati del terzo tipo, è apertamente dichiarato. “La visione di quel film – continua – mi ha particolarmente segnato proprio per la grande capacità di Spielberg di farci credere di trovarci davanti un fenomeno che viene da altrove”. Bisogna pensare in grande, sottolinea Peele. Già dallo stesso formato. Nope è stato girato con quattro camere IMAX e quasi tutto il film ha utilizzato il 65 mm ad eccezione della sequenza della sitcom girata in 35. Come Christopher Nolan e Paul Thomas Anderson è uno di quei cineasti che crede ancora nella potenza del cinema in sala, In soli cinque anni e tre film, è già uno dei principali punti di riferimento del cinema statunitense.

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