LA DIVINA COMETA, UN MOSAICO SUGGESTIVO E CITAZIONISTA CON UN CAST DI OTTIMI INTERPRETI

Mimmo Paladino torna al cinema con un film che incrocia l'Inferno della "Divina Commedia" con la tradizione del presepe napoletano. Dall'11 maggio al cinema.

Raffaella Giancristofaro, martedì 18 ottobre 2022 - Festa di Roma

Una successione di quadri: su una barca a vela, in pieno sole, una piccola banda suona Tu scendi dalle stelle (A Gesù bambino). Tra paesaggi naturali – vallate e montagne ripresi dall’alto, una cava di pietra, un bosco – e luoghi stilizzati, riadattati a set — una chiesa e un teatro abbandonati e in macerie, una piazza affollata di barche, borghi senza tempo, — con un linguaggio e un montaggio fin troppo aperti all’interpretazione si snoda un “non racconto” corale, il viaggio incerto e pieno di domande sui meccanismi della creazione. E di un’umanità in cerca di senso e bellezza, che riflette sull’irrilevanza di sé all’interno di un disegno più grande, il creato.
L’artista Mimmo Paladino (Paduli, 1948), già autore di Quijote, da Cervantes, alla Mostra di Venezia del 2006, lo dichiara nelle note di regia: lo schermo cinematografico, l’inquadratura, per lui è uno spazio non troppo dissimile dalla tela di un pittore. Girato tra Campania e Puglia, La divina cometa va esperito come una successione di quadri, una visita al museo, un’esperienza estetica infarcita di rimandi letterari e filosofici, che attinge alla cultura arcaica campana e in cui riverbera molto il dialetto napoletano.


Foto di scena ©Pasquale Palmieri

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