Dalla serie di romanzi di Nahoko Uehashi, un'epopea che segna il debutto alla regia di Masashi Ando e prosegue con coraggio il ricambio generazionale dell’anime d’autore nipponico. Dal 27 al 29 giugno al cinema.
Gli orfani inconsolabili dello studio Ghibli possono colmare la mancanza dei film di Isao Takahata e Hayao Miyazaki con le nuove opere degli allievi di cotanti maestri. Tra questi anche Masashi Ando e Masayuki Miyaji, che hanno unito le forze per adattare “The Deer King”, una serie di romanzi di Nahoko Uehashi di ambientazione fantasy ma con un’inconsueta preminenza di tematiche biomediche e religiose.
Facile leggere in tralice dei riferimenti alla disfida in atto durante la pandemia da Covid-19 tra sostenitori dei vaccini e novax, vista la resistenza che incontra Hossal nel suo tentativo apparentemente indiscutibile di fare del bene.
L’esito è di difficile fruizione per il grande pubblico e chi cerca in The Deer King il pathos tragico e la forza visiva delle opere Ghibli probabilmente resterà deluso. Ma è anche da questi passi coraggiosi, ancorché stentati, che transita il cammino del difficile ricambio generazionale dell’anime d’autore nipponico.