Dopo l'avventura europea de Le verità, il regista ambienta in Corea e con un cast variegato di star una storia di famiglie improvvisate che inizia a Busan e diventa poi un road movie itinerante, rimanendo sempre molto vicina ai temi tradizionali del suo cinema. In Concorso a Cannes e prossimamente al cinema.
Un affare di famiglia (guarda la video recensione) ha cambiato molte cose nella carriera di Kore'eda, che dopo il grande successo internazionale e la Palma d’Oro a Cannes nel 2018 ha allargato i suoi orizzonti dal nativo Giappone con la tappa in Francia per Le verità (guarda la video recensione).
Con Broker racconta invece una storia coreana - che lo vede lavorare con star locali come il Song Kang-ho di Parasite (guarda la video recensione) - che inizia a Busan e diventa poi un road movie itinerante, pur rimanendo molto vicina ai temi tradizionali del suo cinema.
Broker si chiede e fa chiedere ai suoi personaggi cosa sia più giusto, esaminando un caleidoscopio di casi da diverse prospettive durante il viaggio sgangherato di questa famiglia improvvisata. Dilemmi sui quali Kore'eda si schiera sempre dalla parte dell’empatia e dei buoni sentimenti, in quello che è un inno alla vita gentile e perfino un po’ ingenuo.