Regia di Fariborz Kamkari. Da giovedì 12 maggio al cinema.
Il documentario ripercorre i settantanove giorni di assedio da parte dei carri armati turchi a Cizre, città curda nel sudest della Turchia al confine con la Siria e l'Iraq. Un'azione punitiva non annunciata dal governo dopo la vittoria alle elezioni del partito democratico filocurdo HDP riuscito a entrare nel Parlamento di Ankara.
Un massacro di civili avvenuto tra il 2016 e il 2017 che finalmente viene alla luce grazie al documentario Kurdbûn - Essere curdo, del pluripremiato regista, sceneggiatore e scrittore curdo-iraniano Fariborz Kamkari (Pitza e Datteri, I fiori di Kirkuk) che ha raccontato: "Uno degli aspetti che più mi ha impressionato della strage di Cizre (città curda in Turchia) è la somiglianza con la mia esperienza personale a Sna (città curda in Iran) trentotto anni fa, quando l'esercito iraniano ha attaccato la città indifesa e l'ha bombardata per più di trenta giorni solo perché gli abitanti avevano deciso di non accettare il regime di Khomeini".
Il film testimonia come tutte le sopraffazioni e le guerre non abbiano patria, trascinando civili impotenti in gorghi di terrore ma evidenziando anche il coraggio di chi non arretra nel darne testimonianza. Una delle voci del documentario è quella di Antonio Gramsci: "Vivo, sono partigiano. Per questo, odio chi non parteggia, odio gli indifferenti".
Il film Kurdbûn - Essere Curdo, diretto da Fariborz Kamkari, è distribuito da Officine Ubu e in uscita il prossimo giovedì 12 maggio.