BÉRÉNICE BEJO AL FRANCE ODÉON DI FIRENZE: «NON DOBBIAMO AVERE PAURA DEI TEMI IMPORTANTI»

L’attrice ha presentato in Italia L’homme de la cave, film che riflette sull'antisemitismo. Dal 31 agosto al cinema.

Giovanni Bogani, sabato 30 ottobre 2021 - Incontri
Bérénice Bejo (48 anni) 7 luglio 1976, Buenos Aires (Argentina) - Cancro.

Ospite del festival del cinema francese France Odéon, Bérénice Bejo porta a Firenze il suo sorriso, il lampo dei suoi occhi, la sua vitalità. 

L’attrice, premio César per The Artist, miglior attrice al festival di Cannes per Le passé di Ashgar Farhadi, presenza luminosa e travolgente nel cinema internazionale – e anche in quello italiano – presenta oggi a Firenze, in anteprima nazionale, L’homme de la cave, il film di Philippe Le Guay che interpreta insieme a François Cluzet e Jérémie Renier. La storia è quella di una coppia che vende la propria cantina ad un distinto, tranquillo, gentilissimo signore un po’ malmesso, vagamente patetico. Che si rivela, insospettabilmente, un revisionista antisemita, che fa di quella cantina un luogo da cui irradiare nel mondo, via web, il suo veleno. 
 

Un film nel quale si parla di negazionismo, di antisemitismo. Come ha lavorato sul suo personaggio, Bérénice?
Insieme a Philippe, il regista, ho cercato di costruire una donna che non fosse solamente passiva, spettatrice di ciò che accade. E alla fine è venuto fuori il personaggio di una donna combattiva, che non lascia passare le cose. Perché questa donna ha paura per sua figlia, la più esposta alla seduzione, alle parole di quest’uomo, al suo veleno. Come si può insegnare ai nostri ragazzi il modo di non cadere in certe trappole?

A lei è accaduto di incontrare persone del genere?
Come no! E non certo lontano da me: ci sono dei fascisti del mio condominio, addirittura degli spagnoli franchisti, nostalgici della dittatura di Franco! Devo sempre stare attenta, controllarmi, perché tendo a perdere le staffe, a mettermi dalla parte del torto: se mio figlio gioca a pallone e sbadatamente colpisce il portone del palazzo, se mi tocca di discutere con questa gente, divento subito aggressiva, vado fuori di me.

Come potrà recepire il pubblico questo tema?
Io penso che non dobbiamo avere paura dei temi ‘importanti’, o forti. Proprio in questo momento, nel quale stiamo uscendo da una pandemia, nel quale stiamo tornando a vivere insieme, a discutere, a confrontarci, parlare di temi che riguardano il nostro vivere comune, il nostro rapporto con la Storia e con il presente, mi sembra importante.

L’homme de la cave uscirà nel 2022 in Italia, distribuito da Bim, in data ancora da definire. Intanto, è ancora nelle sale Il materiale emotivo, settimo film da regista di Sergio Castellitto. In cui Bérénice è la donna che arriva, come un turbine, a sconvolgere la vita del libraio malinconico e polveroso interpretato da Castellitto. Un film tratto da una storia scritta da Ettore Scola, trasformata poi in graphic novel, ma mai diventata un film. Un legame di più, per Bérénice, con la tradizione del grande cinema italiano, nel quale lei è stata immersa fin da piccola. “Mio padre, appassionato di cinema fin nelle ossa, ci faceva vedere sempre i film italiani: ho imparato ad amare l’Italia attraverso i film, e anche attraverso di essi ho imparato a capire l’italiano”. 

E sempre in Italia la ritroveremo, nel cast de Il colibrì, il film che Francesca Archibugi ha tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, premio Strega 2020. Insieme a lei, Pierfrancesco Favino, Nanni Moretti, Laura Morante e Benedetta Porcaroli. L’Italia, insomma, per lei è molto più che una parentesi. La ritroveremo anche, infine, in Z (commme Z), diretta dal suo compagno Michel Hazanavicius, con il quale divide una vita, due figli – Lucien e Gloria – e il successo mondiale di The Artist. Questo nuovo film, promette, “sarà una lettera d’amore per il cinema: una commedia horror su una troupe cinematografica che sta girando un film sugli zombie, ma che ad un certo momento vede le cose mettersi male… Ma chi ama le commedie di Hazanavicius non resterà deluso”. 

E che Hazanavicius sappia far ridere, ce ne siamo accorti con i due film che hanno ribaltato tutti i cliché dell’agente segreto: Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Cairo, il film che nel 2006 li fece incontrare, e Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Rio.  

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