Marco Amenta dà al grande schermo ciò che il grande schermo chiede: scenari che connotano la narrazione divenendone in alcuni casi parte integrant. Presentato al Bifest.
Salvo è un uomo tormentato che opera nel settore della vendita del pesce tra Lampedusa e la Sicilia. Una notte cerca di salvare in mare un naufrago che, nonostante il suo intervento, annega. Gli trova addosso elementi che indicano il nome, Nadir, ed altri che testimoniano la presenza della moglie in Sicilia. Decide allora di mettere il cadavere nel suo furgone frigorifero per consegnarlo alla donna. Nel corso del viaggio incontra Lea, la compagna che non vive più con lui da tempo.
Marco Amenta costruisce un on the road polisemico che decide di aprire collocando sin dal primo carrello lo spettatore in un clima di attesa e di incertezza nonché carico di interrogativi.
Amenta si conferma regista che sa offrire al grande schermo ciò che il grande schermo chiede: location che non siano promosse dal locale Ente del Turismo o semplicemente pensate come fondali ma elementi che connotino la narrazione divenendone parte integrante quando non indispensabile. Se a tutto ciò si aggiunge la riflessione sul destino di molti (troppi) migranti si può comprendere come in questo caso si sia di fronte ad un cinema che coniuga l’impegno civile con la ricerca estetica.