Adèle Haenel in un film che riflette sulla morte e sul bisogno di superarne le conseguenze. GUARDALO SUBITO IN STREAMING SU MYFRENCHFILMFESTIVAL.
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Il trentacinquenne Joachim viene molto turbato da un incontro occasionale: un mendicante in strada a Parigi lo chiama con il nome di un militare morto in Bosnia il 21 agosto 1983, lo stesso giorno della sua nascita, accusandolo di essere stato un criminale torturatore. L'idea di essere una reincarnazione dell'uomo prende sempre più spazio nella sua mente al punto che l'amica documentarista Alice decide di mettere insieme una mini troupe (un'addetta al suono e un cameraman) e di partire con lui per la Bosnia.
Aude Léa Rapin, dopo aver ricevuto riconoscimenti sia come documentarista che come regista di corti, realizza il suo primo lungometraggio partendo da un incontro realmente accaduto con un mendicante che appellava i passanti con nomi inventati per attrarre la loro attenzione.
Da qui è nata l'idea di un'identificazione complessa che le ha consentito di vedere il suo film approdare alla Semaine de la Critique a Cannes 2019 e di affrontare questioni che vanno al di là dello spunto di base. Non è infatti necessario credere e neppure avere un parere sulla reincarnazione per seguire l'on the road balcanico di Joachim e di Alice.