MODIGLIANI, IL CINEMA CHE HA SCELTO DI RACCONTARLO

Tanti i film sul celebre pittore livornese: da Montparnasse a I colori dell'anima, fino a Maledetto Modigliani, in sala dal 12 al 14 ottobre.

Pino Farinotti, lunedì 12 ottobre 2020 - Focus
Andy Garcia (Andrés Arturo García Menéndez) (69 anni) 12 aprile 1956, L'Avana (Cuba) - Ariete. Interpreta Amedeo Modigliani nel film di Mick Davis I colori dell'anima - Modigliani.

Da alcune stagioni il cinema si è inchinato all’arte. Decisione e segnale eccellenti. Sono passati sul grande schermo molti dei grandi maestri della pittura, dai giganti che tutti conosciamo dai tempi della scuola, ad altri dell’era recente o contemporanea, che fanno parte della cultura di una certa élite. Ad altri che sono patrimonio di pochi addetti. Dunque, dai mitologici visitati più volte, come Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, Tintoretto, Picasso, Van Gogh, Gauguin, Dalì, alla riproposta Frida Kahlo, a Christo, Botero e poi Schnabel, Yayoi Kusama, Banksy. Con un risultato felice, si sono venduti molti biglietti. Ho già avuto modo di dire che di magnifico segnale trattasi in chiave di cultura generale del cinefilo. È nelle sale Maledetto Modigliani. Non c’è dubbio che Modigliani sia un personaggio decisamente interessante per il cinema, come uomo e come artista. E infatti il cinema non lo ha ignorato, tutt’altro; si sono interessati a lui autori importanti. L’artista livornese, “maledetto”, merita una breve retrospettiva.
 

Nel 1957 Max Ophüls, maestro dell’età d’oro del cinema francese che dettava regole e cultura, riprese un libro di Georges Michel, “Les Montparnos”, e cominciò ad adattarlo, ma morì prima di cominciare le riprese.
MYmovies.it

Il testimone passò a Jacques Becker, altra grande firma di quella scuola, che, nel 1958 diresse Montparnasse, incentrato sulla vita di Amedeo Modigliani. L’attore era Gérard Philipe, intenso, quasi perfetto, che con l’artista condivideva un destino triste, una morte prematura, a 36 anni, a fronte dei 35 di Modigliani. Gérard che fa “Modì” che si aggira già malato nei bistrot offrendo un disegno per pochi franchi è una sequenza indimenticabile. Così come è ricordabile il dolore dell’ultima compagna del pittore, Jeanne Hébuterne, che si gettò da una finestra due giorni dopo la morte di Amedeo. Era al nono mese di gravidanza. Anouk Aimée la fece con la stessa intensità di Philipe, tanto da farsi notare da Federico Fellini che la chiamò per La dolce vita.
I colori dell’anima è un film di Mick Davis del 2004. L’anima è quella di Amedeo Modigliani. L’attore è Andy Garcia, che non è Philipe ma offre una performance corretta. Così come Elsa Zylberstein, che fa Hébuterne. In una sequenza Jeanne chiede al compagno perché non dipinga mai gli occhi. Lui risponde “Prima devo conoscere l’anima”.
La parte finale del film rileva la sfortuna tragica del pittore che si vede dedicata una mostra importante nella Galleria Weil a Parigi, che però viene impedita dalle autorità per “oscenità dei nudi esposti”. “Modì” cerca di rifarsi con un ritratto di Jeanne con grandi occhi. La sera dell’esposizione l’artista viene picchiato a sangue da due teppisti che vogliono derubarlo. Riesce a trascinarsi a casa sanguinante, ma riemerge la tubercolosi. Muore qualche giorno dopo in ospedale. La sua Jeanne non regge al dolore.        

ALTRE NEWS CORRELATE
FOCUS
Pino Farinotti - venerdì 25 aprile 2025
Con il modello attuale di informazione i giovani non sapranno mai cos’era il 25 aprile. Occorrerebbero i racconti dei nonni, che avevano subito tutte le sofferenze del purgatorio. Di Pino Farinotti. Vai all'articolo »
FOCUS
Pino Farinotti - giovedì 24 aprile 2025
Sulla Resistenza si sono applicati autori grandi e onesti, che hanno proposto visioni diverse ma sempre credibili. Vai all'articolo »
FOCUS
Pino Farinotti - mercoledì 23 aprile 2025
Nel 2018 Wim Wenders ha realizzato Papa Francesco - Un uomo di parola dove ha raccontato papa Bergoglio. Sette anni dopo possiamo dire che è stato straordinariamente profetico. Vai all'articolo »