WE ARE WHO WE ARE, IL MANIFESTO DEL WAWWA

Con tutta la potenza simbolica di un acronimo, WAWWA esprime un messaggio, potente e liberatorio, di espressione della propria identità. Diretta da Luca Guadagnino, la serie Sky Original sarà disponibile dal 9 ottobre, per 4 venerdì consecutivi, su Sky e in streaming su NOW TV.

Ilaria Ravarino, venerdì 2 ottobre 2020 - Sky

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Jordan Kristine Seamon . Interpreta Caitlin nel film di Luca Guadagnino We Are Who We Are.

C’è una base militare con un nuovo comandante. Quel comandante è una donna, sposata con un'altra donna, e madre di un ragazzo che quando varca per la prima volta i cancelli della zona militare lo fa indossando una gonna leopardata, alla disperata ricerca di qualcosa di forte da bere. E questo è solo l’inizio di una serie che fin dai primi minuti del primo episodio grida, in coro con il right here right now dei titoli di testa, tutta la forza della propria unicità. 

In We Are Who We Are, serie tv Sky Original ideata dal candidato al premio Oscar Luca Guadagnino e coprodotta da Sky e HBO, tutti i personaggi sembrano prendere molto seriamente la ricerca attiva di se stessi. Perché l’assunto della serie, l’idea che muove ciascuno degli otto episodi dal 9 ottobre su Sky e in streaming su NOW TV, è che ogni personaggio sia prima di tutto una persona, libera perciò di essere – o diventare - ciò che vuole. WAWWA, appunto: We Are Who We Are, siamo quello che siamo.

Ecco allora il ragazzo con cui si apre il primo episodio, il protagonista Fraser Wilson (l’attore Jack Dylan Grazer), che non solo si veste come vuole, ma si sente libero di non partecipare alle attività del “branco”, opponendo una fiera resistenza a qualsiasi stereotipo sociale: beve quando non dovrebbe, ride quando gli va, ascolta la “sua” musica e balla quando e come vuole, prendendosi tutto il tempo necessario per capire chi, e cosa, amare. E come Fraser anche gli altri ragazzi della base hanno un’identica fame di se stessi: Caitlin (Jordan Kristine Seamon) alla ricerca della propria identità di genere, Danny (Spence Moore II) in cerca di una posizione spirituale, Britney (Francesca Scorsese) che tesse relazioni usando il proprio corpo per comunicare.

L’ACRONIMO WAWWA
Con tutta la potenza simbolica di un acronimo, We Are Who We Are – o WAWWA – esprime un messaggio, potente e liberatorio, di espressione della propria identità. Non solo di genere – più di un personaggio nella serie ha un rapporto fluido con il sesso – ma diffusamente esistenziale: la libertà di vestirsi come si vuole, di fare ciò che si vuole, di non aderire alle dinamiche del gruppo. E di sentirsi se stessi senza paura di ricevere un’etichetta, o peggio lo stigma della derisione sociale.

In un’epoca storica in cui le nuove tecnologie – strumenti ormai imprescindibili per le più giovani generazioni – rischiano di aggravare i fenomeni di bullismo, shit storm e slut shaming, ecco una serie che spinge con forza sul pedale dell’anticonformismo, inteso non come provocazione, ma come scelta di vita. Una serie che fa del suo acronimo, WAWWA, un manifesto, un grido di battaglia contro l’appiattimento della propria unicità, di ciò che rende speciale e diverso ciascuno di noi nel momento più delicato, avventuroso e magico della vita: l’adolescenza.

WAWWA INSIDE
Con precisa sintonia di forma e contenuto, WAWWA lo è anche la serie, disinibita nel suo aspetto formale e originale nell’andamento: libera di seguire i ragazzi nei loro silenzi e nel chiacchiericcio del gruppo, libera di prendersi il tempo di indugiare sui loro corpi, sui loro volti, osservati con la curiosità di chi vede accadere sotto ai suoi occhi un fenomeno naturale, la trasformazione dei bambini in adulti, l’evoluzione e le contorsioni dell’adolescenza, il mutamento reale e metaforico dell’individuo.

Verissima e insieme poetica, drammatica e leggera, sognante e cruda, sensuale e algida, We Are Who We Are è una serie unica e irripetibile, e fiera di esserlo: la prima serie WAWWA di nome e di fatto.

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