Bong Joon-ho, ma anche Kim Ki-duk, Park Chan-wook, Lee Chang-dong. La cinematografia coreana è oggi più viva che mai.
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Violenza e pietà. Amore e vendetta. Nord e sud. Mostri ed eroi. Il cinema coreano è un gioco di contrasti.
Dalla golden age degli anni 60 fino alla rinascita di fine millennio - come ci racconta la star sudcoreana Jung Woo-Sung - in 100 anni il cinema coreano ha seguito il suo popolo e i suoi cambiamenti drammatici: nella tecnologia, k-pop, nella cultura, fino alla "hallyu", la new-wave che ha reso il mondo un po' più coreano.
I quattro premi Oscar a Parasite (guarda la video recensione), tra cui quello, storico, come Miglior Film, rappresentano oggi il trionfo di tutto il cinema coreano. Di una cinematografia e di autori che lentamente hanno saputo ritagliarsi il loro spazio in un affollato panorama internazionale.
C'è Bong Joon-ho, certo, ma ci sono anche Park Chan-wook, Lee Chang-dong, Kim Ki-duk, Kim Jee-woon. Autori impegnati, con una loro visione della realtà e una loro idea di cinema, che attraverso le loro opere, il loro stile, i loro messaggi, hanno reso il cinema coreano uno tra i più vivi e apprezzati nel mondo.