LA FILLE AU BRACELET, LA VIDEO RECENSIONE

L'enigmatica vita di un'adolescente scorre davanti alla macchina da presa in una concisione quasi geometrica. Recensione di Marzia Gandolfi, legge Nina Pons.

venerdì 9 agosto 2019 - Video recensione

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É il mio processo, non quello dei miei genitori.

Lisa ha 18 anni e un braccialetto elettronico alla caviglia. Accusata del presunto omicidio della sua migliore amica, attende il processo a casa dei suoi genitori, che la sostengono, interrogandosi ciascuno a suo modo sulla maniera migliore di fare fronte al dramma familiare.

Bruno è un padre proattivo, Céline una madre bloccata. Ma la vera coppia del film sono Bruno e Lisa: Roschdy Zem è un padre che coltiva la gentilezza e la compassione. Melissa Guers, debuttante solida e impenetrabile, assorbe con la sua presenza l'intero film. Insieme formano un tandem di cui un granello di sabbia ha bloccato la meccanica.

Se il soggetto del film è un abisso, la forma impressiona per la sua concisione quasi geometrica che fa respirare gli interni, trasformando la crisi, il dolore, la vita che cade in una possibilità.

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