Su Amazon Prime Video il sincero ricordo di Paolo Virzì su cosa fosse e come venisse fatto il cinema italiano all'alba degli anni 90 tra bellezza, ambizioni e storture.
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Tre ragazzi di talento all'inseguimento del successo ma soli di fronte a un'industria pronta a divorarli, un cadavere misterioso, i Mondiali di calcio e una Roma meravigliosamente crepuscolare a fare da sfondo: Notti magiche, disponibile su Amazon Prime Video dall'8 agosto, è un ricordo affettuoso di un'epoca ormai alle spalle fuso con un ritratto sarcastico dei problemi di quello stesso periodo.
Notti magiche è un giallo che in realtà si apre e si trasforma fino a diventare un triplo romanzo di formazione: la gloria di una Roma decadente sullo sfondo e le ambizioni di tre ragazzi che nel giro di un amen passano dal sogno a occhi aperti a fare i conti con una realtà che non è proprio quella che hanno sempre immaginato e che, anzi, li costringe a crescere.
La storia: siamo a Roma, nel 1990. Mentre l'Italia subisce una delle più cocenti eliminazioni mai patite ai Mondiali per mano dell'Argentina di Maradona, una macchina di lusso finisce nel Tevere: all'interno della vettura, la polizia rinviene il corpo senza vita del produttore cinematografico Leandro Saponaro in quello che è un chiarissimo tentativo di simulare un suicidio. Sul corpo della vittima viene trovata una foto scattata la sera stessa che lo ritrae insieme con l'amante e tre giovani sceneggiatori, i finalisti del premio Solinas: il timido siciliano Antonino, l'esuberante Luciano e l'insicura, fragilissima, Eugenia. I tre vengono subito rintracciati e portati a deporre in caserma. Da qui in avanti la storia diventa la loro: chi sono, cosa stavano facendo, in che rapporti erano con il defunto...
Notti magiche è un omaggio plateale del regista Virzì alla Roma immediatamente pre-Tangentopoli da un lato e dall'altro è un ritratto a tratti anche acidamente sarcastico dell'industria del cinema di allora, proprio quella in cui lui ha mosso i primi passi, esattamente come i tre protagonisti del film.
Attraverso gli occhi dei nostri aspiranti sceneggiatori vediamo tutti i tipi umani che popolano il dietro le quinte del 'Grande cinema italiano', come gli stessi personaggi lo definiscono più volte. E così incontriamo sceneggiatori anziani e dispotici che hanno intere legioni di giovani feudatari a cui delegare tutto il lavoro, cineasti falliti il cui unico scopo è rimediare un nuovo pasto caldo inseguendo dei film che non si faranno mai, produttori ciarlatani che un giorno nuotano nell'oro e il giorno dopo sono in bancarotta, star del cinema d'autore che si rivelano esseri umani da poco, praticoni, faccendieri e tutto il resto della corte dei miracoli che può essere il mondo del cinema.
A far la parte del leone, nel cast, sono ovviamente i tre interpreti di Antonino, Luciano ed Eugenia, rispettivamente: Mauro Lamantia, Giovanni Toscano e Irene Vetere, quasi esordienti ma molto bravi a caratterizzare le personalità dei loro omologhi su schermo. Attorno a loro si muove un cast composto da grandissimi caratteristi: da un meraviglioso Roberto Herlitzka nei panni dell'acidissimo sceneggiatore di lungo corso Fulvio Zappellini a un ispirato Giancarlo Giannini, molto a suo agio nelle vesti della vittima Leandro Saponaro.
Ornella Muti, Giulio Scarpati e Giulio Berruti appaiono per brevi camei (divertiti e divertenti) e Andrea Roncato è perfettamente in parte nel ruolo del regista maudit e anti-sistema - ma profondamente cialtrone - Fosco. Menzione speciale per Marina Rocco, la sua donna-trofeo/amante/aspirante starlette Giusy Fusacchia è semplicemente perfetta.