Nella scelta del Cinema di Sky, il film che chiude un cerchio e offre una meritatissima uscita di scena ai personaggi della serie.
W. Earl Brown, volto di Dan Dority, ha confessato che si è messo a piangere commosso quando ha ricevuto la notizia ufficiale di un film su Deadwood, un finale degno di questo nome che desse una grande conclusione alla serie. Ian McShane, indimenticato protagonista del western HBO, ha detto di aver vissuto un'esperienza extracorporea al suo ritorno sul set nei panni di Al Swearengen. Keone Young, interprete di Mr. Wu, ha sottolineato invece come Deadwood non si sia mai fermato nonostante la cancellazione.
Queste dichiarazioni fanno comprendere benissimo l'importanza e il posto di rilievo che lo show ha avuto nelle carriere dei suoi attori. Il cast non è il solo ad aver accusato il colpo di una chiusura anticipata che, nel 2006, colse tutti di sorpresa. La serie è ancora oggi considerata uno dei titoli più importanti della storia della televisione, un cult al pari de I Soprano, di The Wire e di Six Feet Under. Le sue tre stagioni - ideate da David Milch, noto anche per la seminale NYPD - New York Police Department e per la sfortunata Luck - sono state lodate dalla critica, amatissime da un pubblico che, seppur di nicchia, non ha mai fatto mancare affetto e supporto ad autori e interpreti.
Non deve pertanto stupire la curiosità e la genuina partecipazione emotiva che hanno accompagnato le riprese di un film a più di dieci anni di distanza dalla conclusione dello show. Fortemente voluto dal suo creatore, il sequel di Deadwood chiude un cerchio fornendo una meritatissima uscita di scena ai suoi personaggi: da Seth Bullock ad Al Swearengen, da Alma Ellsworth a Trixie, passando per Sol Star e Doc Cochran, non c'è un protagonista storico della serie che non abbia ricevuto la giusta considerazione in questo attesissimo epilogo.
Stavolta siamo nel 1889, un decennio dopo le vicende raccontate nella serie. Il South Dakota sta per diventare uno Stato dell'Unione, il quarantesimo a entrare ufficialmente negli USA. Questa adesione avrà delle conseguenze nelle vite dei suoi abitanti. La modernità è un treno che non fa fermate; il vecchio mondo, con tutte le sue regole non scritte, è destinato a scomparire inesorabilmente.
D'altronde, in più di un'occasione, è stato evidenziato come l'atto conclusivo di Deadwood non sia altro che una riflessione sul passare del tempo, sul prezzo che viene pagato da uomini e donne che fanno faticosamente i conti con le conseguenze delle loro azioni. Così la pensa lo showrunner David Milch, così sono indotti a pensare gli spettatori che seguono i suoi ultimi 110 minuti. C'entra la brutale onestà mostrata nel racconto dell'evoluzione dei protagonisti in scena; c'entra soprattutto la straordinaria capacità di approfondirne le psicologie in dialoghi sempre rivelatori.
Fortemente consigliato a chi ha seguito e amato la serie (a proposito, le tre stagioni sono disponibili per intero on demand), il film fa compiere notevoli salti temporali ai suoi personaggi. Chi ha beneficiato maggiormente dei dieci anni trascorsi è George Hearst, ora diventato senatore della California. Personaggio dalle fortissime ambizioni imprenditoriali al quale presta le fattezze l'ottimo Gerald McRaney, avrà un ruolo decisivo a livello narrativo.
Apprezzato unanimemente dalla critica oltreoceano, Deadwood - Il film è stato diretto da Daniel Minahan, regista che può vantare sul proprio curriculum diversi episodi di Game of Thrones, True Blood e House of Cards. Ha avuto a disposizione quasi tutto il cast originale a partire da Ian McShane, ultimamente apprezzato in American Gods. Il più corteggiato - a detta della produttrice esecutiva Carolyn Strauss - è stato Timothy Olyphant (Justified, Santa Clarita Diet). L'attore, che vedremo anche in C'era una volta... a Hollywood di Quentin Tarantino, interpreta nuovamente Seth Bullock.