I giovani protagonisti raccontano gli otto nuovi episodi di una serie mai così giocata sul piano degli effetti e della nostalgia anni Ottanta. Ora su Netflix.
Il tuo browser non supporta i video in HTML5.
La terza sarà una stagione "più grande, più potente. E con più neon delle altre". A dirlo sono due dei protagonisti di uno degli show più popolari di Netflix, Stranger Things, Gaten Matarazzo (Dustin) e Caleb McLaughlin (Lucas), in questi giorni in tour promozionale a Roma. Ormai adolescenti (McLaughlin festeggerà 18 anni in autunno, Matarazzo si dice fidanzato - proprio come il suo personaggio in questa stagione) i due giovani attori si sono concessi ai fan in una serata organizzata in una piscina romana, rispondendo alle domande dei giornalisti con un entusiasmo che tradisce la volontà, per entrambi, di continuare il sogno.
Tre parole per definire la nuova stagione?
Matarazzo: Più grande, più neon.
McLaughlin: Uno zilione più grande.
Matarazzo: Un... che?
McLaughlin: volevo usare un termine che rendesse l'idea. È proprio più... potente.
La battuta dello show che ci ricorderemo?
Matarazzo e McLaughlin (insieme): "Neeeerds"!
Anni Ottanta: cosa vi piace di quel periodo? Lo avete vissuto solo sul set....
Matarazzo: La musica, i film. I cartoni animati
McLaughlin: la moda, l'hip hop, il rap. Cavoli, è l'epoca in cui è nata praticamente tutta la cultura moderna.
In cosa vi sentite nerd, se lo siete?
Matarazzo: Il basket. Lo so che suona come un hobby fico. Ma sono un fan ossessivo del basket. Un nerd del basket. E poi, ok. Harry Potter. Guerre Stellari. E i Pokémon.
McLaughlin: Videogiochi. Red Dead Redemption e GTA sono i miei preferiti.
Siete amici anche nella vita?
McLaughlin: siamo ormai come fratelli, ci amiamo, ci odiamo, discutiamo. Certo, siamo veri amici. Puoi lavorare insieme per tre stagioni anche se ti odi, ma nel nostro caso è andata così. Ci siamo visti nelle migliori e peggiori condizioni. Abbiamo sempre cooperato, e il fatto di essere più maturi, oggi...
Matarazzo:... siamo più maturi? Davvero? Io credo che il merito sia tutto dei fratelli Duffer, i registi. Che hanno saputo usare la nostra infanzia, mettendola in scena senza rovinarcela. È grazie a loro se ci vogliamo così bene.
L'arrivo di nuovi personaggi - penso alla strepitosa Erica - ha stravolto gli equilibri?
Matarazzo: No, sono subito diventati parte della famiglia, risucchiati nello show.
Stranger Things piace a tutti: millennials, adolescenti, adulti. Perché?
McLaughlin: È intergenerazionale, mette in scena personaggi in cui ognuno di noi ritrova un pezzo di sè. Ti fa sentire a casa. I bambini che interpretiamo vivono nell'immaginazione universale.
Siete giovani. Come gestite il successo?
Matarazzo: a volte può essere difficile. È importante mantenere una connessione col mondo. Odio questa parola, ma... alla popolarità bisogna stare attenti. Specialmente nell'adolescenza, ci si può perdere la testa. Bisogna sapersi difendere anche dalla negatività che può arrivare dai social. E ricordarsi che non fai un lavoro poi così diverso dagli altri.
I vostri genitori vi aiutano?
McLaughlin: Sono sempre con me. Mi tengono con piedi per terra, mi ricordano da dove vengo.
Matarazzo: I miei genitori mi chiedono sempre se davvero voglio fare questo lavoro. Finché mi piace, finché amerò recitare, loro saranno con me. Gli basta sapere che sono felice.
Tornereste in uno spin-off di Stranger Things, magari fra vent'anni?
McLaughlin: Oddio, sarebbe una figata!
E in un quarta stagione?
Matarazzo: Mi piacerebbe tantissimo. Tutti noi ci auguriamo che ci sia.