IL CINEMA RITROVATO 2019 - NUOVE TECNOLOGIE, SOLITA MODERNITÀ

Il Festival di Bologna, giunto alla XXXIV edizione, si conferma evento di culto dei cinefili. Con un programma che va da Refn a F.F. Coppola.

Roy Menarini, venerdì 21 giugno 2019 - Festival

Gli opposti, al cinema, si toccano. La storia della settima arte sembra a noi contemporanei particolarmente lunga, quasi infinita, eppure quel secolo e un quarto di vita del cinematografo riserva più legami che discontinuità. Basti pensare che cent'anni fa un pubblico avido di serialità si recava ogni qualche giorno in una sala per godersi su grande schermo un film a puntate, italiano, dal titolo I topi grigi. Un lungo racconto per immagini dove si narravano le gesta di Za-La-Mort, gangster fascinoso che stregava il pubblico, non senza i cosiddetti cliffhanger tra una puntata e l'altra.

Ebbene, dopo un secolo, I topi grigi potrà essere visto quotidianamente (in bing watching, diremmo) al Cinema Ritrovato 2019 (Bologna, 22-30 giugno), giunto alla XXXIV edizione, sempre più torrenziale e ricca di film di tutte le epoche.
Roy Menarini

Non è un caso che i direttori del festival abbiano ribattezzato questa maratona Mutiflix, giocando con il nome della piattaforma per eccellenza e sottolineando che sono cambiate le tecnologie ma che il cinema è moderno per sua stessa natura: e che gli spettatori, in fondo, chiedono le stesse cose dalla fine dell'Ottocento, sia pure con intensità e aspettative diverse.

Di streaming si parlerà anche con uno degli ospiti d'onore, Nicolas Winding Refn, imperscrutabile cineasta danese, al centro di accanite discussioni tra fan per Too Old to Die Young, magnifica ed elettrica serie Amazon che, se si superano i primi scogli dovuti al ritmo contemplativo e all'approccio amorale, avvince sino a non potersene più staccare. Refn, oltre che a presentare film restaurati di suoi beniamini (come Jodorowsky), sarà a Bologna per tenere una lezione di cinema, in cui affronterà anche il tema del rapporto tra televisione e grande schermo; e a presentare la piccola piattaforma indipendente di b-movies del passato, da lui inaugurata proprio l'anno scorso, che sancisce un nuovo e ulteriore elemento di cinefilia digitale da parte di un autore culto del contemporaneo.

La quota maestri del cinema tocca invece a Francis Ford Coppola, ospite del Cinema Ritrovato per presenziare alla proiezione del final cut (ma esisterà mai un vero final cut per questo film infinito e sempre rimaneggiato?) di Apocalypse Now (guarda la video recensione), in Piazza Maggiore. Anche Coppola (come del resto Jane Campion, protagonista di uno dei restauri più "recenti" di questa edizione: Lezioni di piano), terrà una masterclass al Teatro Manzoni, prevedibilmente affollatissima e ancor più promettente visto l'annuncio che l'opera più maledetta e incompiuta di Coppola - Megalopolis - potrebbe finalmente vedere la luce.

Cinema muto, serial degli anni Dieci, autori sulfurei del cinema di oggi, repertori digitali, New Hollywood, nuova onda del cinema australiano...fin dalle prime righe si comprende come Il Cinema Ritrovato sia divenuto una sorta di panopticon della storia del cinema, un luogo in cui le forme di memoria si stringono sempre di più ai temi e alle trasformazioni del mezzo di oggi.

E poi la cinefilia. Quella anima tutto il programma, da capo a piedi, anche se ufficialmente c'è una specifica sezione (non a caso intitolata "Paradiso dei cinefili"), dove vedere grandi ritrovamenti o retrospettive. Per esempio, i noir underground anni Cinquanta del semi-sconosciuto Felix E. Feist, le gemme ritrovate del produttore William Fox, o l'omaggio che riscopre la filmografia solida ("lo stile di marmo", secondo un critico) di Henry King, nome altisonante di maestro hollywoodiano che ha gestito pellicole di guerra, di avventura, catastrofiche, melodrammi e commedie, senza mai perdere in controllo o in lucidità. Poi ancora gli scrigni riaperti del cinema sudcoreano, la filmografia dell'egiziano Youssef Chahine, il cinema dell'Africa subsahariana, insomma la storia delle immagini in movimento ricostruita in tutte le sue latitudini.

E l'Italia? Ci saranno molti titoli, al solito, tra cui vari di Federico Fellini (Roma, I Clowns) del quale nel 2020 si festeggerà il centenario nella maniera più ricca. Ma se dovessimo scegliere la riscoperta più gradita, ebbene indicheremmo quella di Eduardo De Filippo cineasta, che compare poco e male nelle trattazioni storiografiche, non sembra molto conosciuto dai cinefili (specie i più giovani) e invece merita davvero tanto. Come spiega Emiliano Morreale, curatore della sezione: "Eduardo indica strade originali, al cinema. Non c'è nulla di teatrale, in questi film di De Filippo: c'è un uso inventivo della macchina da presa, un ritmo arioso o concentrato, un tono feroce più accentuato che nei lavori per il palcoscenico".
Ecco, Il Cinema Ritrovato serve anche a risistemare le gerarchie e includere autori di cui si crede di sapere tutto in altri campi e invece non si sa nulla, proprio in quello che più appassiona.

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