L'attore protagonista e il regista Marco Bellocchio ci portano nel backstage dell'opera candidata a 11 Nastri d'Argento.
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Sicilia, anni Ottanta. È guerra aperta fra le cosche mafiose: i Corleonesi, capitanati da Totò Riina, sono intenti a far fuori le vecchie famiglie. Mentre il numero dei morti ammazzati sale come un contatore impazzito, Tommaso Buscetta, capo della Cosa Nostra vecchio stile, è rifugiato in Brasile, dove la polizia federale lo stana e lo riconsegna allo Stato italiano. Ad aspettarlo c'è il giudice Giovanni Falcone che vuole da lui una testimonianza indispensabile per smontare l'apparato criminale mafioso. E Buscetta decide di diventare "la prima gola profonda della mafia". Il suo diretto avversario (almeno fino alla strage di Capaci) non è però Riina ma Pippo Calò, che è "passato al nemico" e non ha protetto i figli di Don Masino durante la sua assenza: è lui, secondo Buscetta, il vero traditore di questa storia di crimine e coscienza che ha segnato la Storia d'Italia e resta un dilemma etico senza univoca soluzione.
Dopo esser stato presentato in concorso al Festival di Cannes, Il traditore (guarda la video recensione) di Marco Bellocchio ha fatto il suo ottimo debutto nelle sale italiane. Un esclusivo backstage realiazzato da Fabio Lovino mostra come regista ed attori abbiano saputo ricostruire il contesto storico di uno dei periodi più importanti della storia recente del nostro Paese.