VIVE LA FRANCE, A CANNES LA FRANCIA CELEBRA SE STESSA

Dalla Palma d'Oro ad Alain Delon alla Giovanna d'Arco di Bruno Dumont, il Paese riscopre i suoi monumenti e i suoi eroi.

Pino Farinotti, lunedì 20 maggio 2019 - Focus
Alain Delon 8 novembre 1935, Sceaux (Francia) - 18 Agosto 2024, Douchy (Francia).

È straordinario come la Francia, ciclicamente, celebri se stessa. È quasi commovente come sappia, nei corsi e ricorsi, riscoprire i suoi monumenti e i suoi eroi. È qualcosa che le fa onore, ed è un riaffermare l'identità, la storia, insomma la grandeur di un Paese abituato a inventare e primeggiare, e a dichiararlo. Quest'anno lo fa a Cannes.

Mi piace pensare che la "francesità" distribuita in questi giorni in quel festival possa anche essere un deterrente, una compensazione alla tragedia di Notre-Dame. Dicevo eroi e monumenti, e Storia (esse maiuscola).
Pino Farinotti

Estraggo dalla proposta di Cannes tre fuochi. La Palma d'Oro a Delon. Cannes è la Francia del cinema, Alain Delon è la Francia tutta e "tutto" rappresenta: ottime qualità attoriali, charme che non teme confronti, aggressività perdonabile, anarchia pubblica e privata anche quella perdonabile, zone un po' oscure della sua vita, paradosso delle sue donne che gli hanno procurato più dolori che felicità, la vita avventurosa e pericolosa laggiù in Indocina da militare. L'ho detto, tutto. Con l'ennesimo paradosso di un riconoscimento arrivato adesso a 83 anni, e pure contestato da associazioni femministe, anche francesi, per la sua personalità e le indicazioni, sessiste eccetera, trasmesse. Alain ha prevalso, e come direbbe lui, "je m'en fous".

Focus 2: il film Les plus belles annés d'une vie. E qui siamo in pieno master di miti che si incrociano e vengono richiamati dal profondo. Trattasi del sequel, termine non gradito dei protagonisti, diciamo allora, "evocazione" di un titolo che la memoria del cinema, quella popolare, ritiene la più bella storia d'amore mai raccontata. Claude Lelouch ha ripreso il suo Un uomo, una donna, 53 anni dopo e ha richiamato i due protagonisti, Jean-Louis Trintignant, 89enne, e Anouk Aimée, due di meno. Lelouch (82) li fa ritrovare adesso dopo le loro vite, fa ritrovare i personaggi Jean Louis Duroc&Anne Gothier e gli attori Trintignant&Aimée. Sortilegio alla francese. I due anziani... ricorderanno. Ma anche Un uomo e una donna va ricordato. Per cominciare la gente riempiva le sale e vinse l'Oscar. A fronte di queste due notizie, in automatico a confutare, ecco il giudizio della critica, che lo definì "zuccheroso e finto"oppure "carosello pubblicitario". La didascalia che mi riguarda è "dalla parte del pubblico" e dunque sto dalla parte di Lelouch e compagnia. Duroc, pilota di professione, guidava una Ford Mustang, che ebbe un'impennata di vendite non solo in America. Il tema di Francis Lai fu per anni il più proposto nelle radio e nei ritrovi. E poi i due amanti, che si rincorrono sulla spiaggia, fanno l'amore, si dicono parole belle e struggenti. Dimenticano tutto il resto. Certo, mélo, ma di classe, indimenticabile. Storia del cinema.

Fuoco numero 3: Storia vera. Il regista Bruno Dumont ha portato al festival La ribelle, che sarebbe Giovanna d'Arco. Ha dichiarato: " Ho indagato l'eterno mistero della Francia, la vita di Giovanna porta in superficie le contraddizioni che abbiamo sempre nascosto". Diamo credito all'autore che ha cercato di emanciparsi dai contenuti dei film, decine, che hanno raccontato la ragazza di Orléans, morta 19enne sul rogo. Sto alla sua vicenda e a ciò che ha trasmesso, al suo status di analfabeta toccata da una grazia impressionante, alla sua azione di santa (riconosciuta secoli dopo) e di guerriera, alla sua onestà e alla sua passione ai terremoti di nazioni che provocò. E, volendo, anche ai simboli di lettura contemporanea: il femminismo, il socialismo, la fede estromessa nella nostra epoca, la guerra e la pace, i diritti umani, i dogmatismi, la potenza che potrebbe avere la buona volontà. Dicesi: grandeur. Altro che cinema.

Ma sì, vive la France.

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